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ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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- 165 —<br />

pirati, tutti avevano compreso che sarebbe avvenuto quel che ora si compiva:<br />

un popolo commerciante privato dell’in<strong>di</strong>pendenza marittima è costretto a<br />

unirsi a una ban<strong>di</strong>era più potente; perciò accoglieva l’offerta. Non accennava<br />

tuttavia ad alcun preciso impegno da parte sua, affermando soltanto che il<br />

commercio e la libertà dei mari gli stavano vivamente a cuore e che con affetto<br />

paterno avrebbe curato il benessere del paese. L’offerta con le firme dei<br />

citta<strong>di</strong>ni costituiva il suo <strong>di</strong>ritto al nuovo dominio. « En le faisant respecter,<br />

je ne ferai qu’exécuter la garantie de votre independence, que je vous ai<br />

promise » (1).<br />

La Repubblica <strong>di</strong> Genova aveva finito d’esistere: i reduci dall’amba-<br />

scieria potevano accingersi ai preparativi per il ricevimento del nuovo sovrano,<br />

che faceva ringraziare Saliceti del modo col quale aveva eseguito « la com-<br />

mission qui lui avait été donnée » (2). Aveva cessato d’esistere per la natura<br />

delle cose, come <strong>di</strong>ceva Napoleone: per volontà del dominatore certamente,<br />

ma insieme per una situazione <strong>di</strong>venuta insostenibile in quella forma d’in<strong>di</strong>­<br />

pendenza equivoca e fittizia nell’insanabile debolezza. Con profondo ramma­<br />

rico, nel rimpianto <strong>di</strong> un passato che tramontava per sempre, ma con senso<br />

virile <strong>di</strong> adattamento alla realtà attuale e alle necessità ineluttabili, i più savi<br />

e prudenti promossero, o accettarono almeno, il mutamento inevitabile. Q ue­<br />

sta situazione è perspicuamente in<strong>di</strong>cata dal biografo <strong>di</strong> Pietro Paolo Celesia,<br />

che pur scriveva durante l’impero e leggeva il suo elogio alPAccademia<br />

Imperiale. « Il profondo politico che nell’abbandono della Corsica aveva pre­<br />

veduta la decadenza della Repubblica scorgeva nelle mutabili circostanze<br />

d’Italia l’impossibilità <strong>di</strong> sostenerne l’in<strong>di</strong>pendenza. Combattuto da questa idea<br />

egli non si riguardava nella carica <strong>di</strong> Senatore che come un amministratore<br />

provvisorio, il quale nulla può intraprendere, ma dee soltanto vegliare<br />

all interna tranquillità ed al miglior bene del Popolo, ed attendea in silenzio<br />

i decreti della Provvidenza, facendo voti affinchè la crisi politica, che prevedea<br />

inevitabile, non riuscisse perniciosa al suo paese. Avverati i pronostici, vide<br />

quest’avvenimenti con la calma del saggio che conosce le cagioni delle cose<br />

e depose le insegne della <strong>di</strong>gnità senatoriale col contegno del buon citta<strong>di</strong>no<br />

che <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>spiacere e danno privato trova conforto nella speranza dell’utilità<br />

della patria » (3).<br />

(1) Gazzetta, n. 23, 8 giugno, pag. 187 sgg.; G . M a r t in i, <strong>Storia</strong> d’Italia in continuazione<br />

a quella <strong>di</strong> C. Botta dal 1814 al 1834, voi. I, Torino, 1850, pag. 66.<br />

(2) D r ia u lt , pag. 333. Gli ultimi decreti del Senato sono stati il 7 giugno la deliberazione,<br />

su proposta Scassi e Torre, dopo una conferenza con Saliceti, <strong>di</strong> pagare a tutti i<br />

funzionari della Repubblica cessata un trimestre <strong>di</strong> onorari, e il giorno 8 <strong>di</strong> pubblicare il<br />

decreto <strong>di</strong> annessione. Arch. <strong>di</strong> Stato, Genova, Governo Provvisorio, Mazzo 1 2959.<br />

(3) A g o s tin o B ianchi, Elogio storico <strong>di</strong> Pietro Paolo Celesia, Memorie dell’Aecademia<br />

imperiale, Genova, 1809, voi. II, pag. 138.<br />

<strong>Società</strong> <strong>Ligure</strong> <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> <strong>Patria</strong> - biblioteca <strong>di</strong>gitale - 2012

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