ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

— 162 - degl’interni: « Dalla visura dei medesimi vi riuscirà facil cosa il riconoscere essere i sottoscritti affermativamente circa 4300 cittadini e soli 28 negativa- mente. La maggiorità dei primi, l’adesione di quasi tutte le autorità ammi­ nistrative e giudiziarie e infine il voto unanime de’ Membri dell’istituto, de’ Professori dell’Università e de’ Deputati alle diverse Opere Pie di questa Città vi faran con piacere rilevare quanto sia piena la sanzione del Popolo alle savie determinazioni del Senato e congetturar quindi con quanto entusiasmo e quanta sincerità di cuore sarà da tutti proclamato ed accolto per nostro sovrano l’invincibile e grande Imperatore de’ Francesi ». Quanto a sè e ai suoi impiegati il Provveditore dichiara che il voto favorevole è dovuto al dovere che si sono sempre fatti di venerare ed ese­ guire le disposizioni superiori, alla compiacenza di essere stati interpellati, all’essere « intimamente persuasi che la nostra riunione all’impero Francese ci metterà a parte di quella felicità e di quella gloria che gli procurò l’im­ mortale Bonaparte » (1). 11 1° di giugno la Gazzetta aveva una relazione ufficiosa degli avve­ nimenti e delle ragioni che li avevano determinati, ma che tradiva anche l’ingenua illusione, destinata a breve durata, d’imporre condizioni a Napo­ leone, quasiché quella dedizione non fosse stata spontanea soltanto per finzione giuridica. « Compiesi ai 14 del corrente giugno l’anno ottavo da che la Repub­ blica, cangiando forma di governo, si riprometteva de’ vantaggi incalcolabili pel presente e più felici destini per l’avvenire. Sì belle speranze sono anda­ te di giorno in giorno dileguandosi a proporzione che la guerra ha preso piede e involto il continente e che l’Europa ha cangiato d’aspetto. E tal era in questi tempi la di lei situazione che i più intrepidi disperavano della possibilità di continuare sul piede attuale: quindi la voce sparsa già da qualche tempo, voce che si andava ogni giorno accreditando, che la Liguria sarebbe aggregata all’impero francese o al nuovo Regno Italiano. Il com­ mercio dello Stato, prima e unica sorgente di sua prosperità, paralizzato al di fuori per la via di terra dal sistema delle dogane degli stati limitrofi, impedito per mare dai corsari inglesi e barbareschi, era ridotto alla meschina risorsa dell'interna consumazione: questa critica situazione della quale non era possibile di prevedere il termine, rendeva assai verosimile la congettura della nostra riunione ad uno dei grandi Stati a noi confinanti. A questo importante avvenimento si attaccavano le speranze del risorgimento delle (1) Arch. di Stato, Reg. n. 343, lettera 378, 25 maggio; 383 e 385, 29 maggio; 386 e 389, 31 maggio. Era ancora Provveditore Giuseppe Podestà grande amico di Saliceti che accompagnò poi a Napoli. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 163 - industrie e del commercio, della restaurazione delle finanze, e di una serie di altri vantaggi, da realizzarsi specialmente all’epoca desiderata, e forse non molto lontana, della pace generale. Il Senato, conoscitore dei bisogni della Repubblica e penetrato delle dolorose ciicostanze, nelle quali si è trovata più che mai inviluppata nella presente guerra, si è occupato, nella seduta di sabbato scorso, di questo gravissimo oggetto. Costituito in sessione permanente, ha manifestato mediante una deliberazione (che sarà pubblicata) il voto della riunione della Repub­ blica all Impero francese, sotto alcune condizioni, e principalmente sotto quella che sarà conservato il porto franco con tutti i suoi privilegi, garan­ tito il debito pubblico e liquidato sulle stesse basi di quello dell’impero francese, che si avrà riguardo nello stabilimento delle contribuzioni alla sterilità del territorio e alle spese enormi della coltivazione, che la coscrizione sarà ristietta alla sola gente di mare; e che nel sistema delle dogane i dirit­ ti tanto sulla importazione che sulla esportazione saranno regolati sulla più grande utilità del commercio. Nel giorno successivo sono stati convocati tutti i corpi civili e militari, i corpi amministrativi, gli scientifici, le Collegiate, i Parrochi della Centrale, aperti i registri presso gl’ispettori dei rispettivi quartieri della Città, e spedite le convenienti istruzioni per una somigliante operazione negli altri punti dello Stato, onde ricevere il voto dei cittadini in un affare di tanto interesse. Per ciò che riguarda a Genova, tutte le autorità anzidette hanno sottoscritto a favore: anche ne’ registri dei quartieri quantunque siasi pubbli­ cato che i non intervenienti saranno riguardati come affermativi, pure contansi già numerose sottoscrizioni, nè abbiamo inteso finora citare che otto in dieci individui che abbiano sottoscritto negativamente. Lo stesso accade nelle giurisdizioni vicine, e non si crede che sarà dissimile il voto delle più lontane, il cui risultato si attende a momenti. » Il voto nazionale sarà quindi presentato a S. M. l’imperatore e Re, che speriamo si degnerà accoglierlo favorevolmente e darci così la prova più luminosa e più grande della nota parziale sua benevolenza verso il Popolo della Liguria » (1). La parola più esatta la diceva forse Saliceti, il quale, riferendo al Talley­ rand che l’unione era stata vista generalmente bene e senza l’ombra della più leggera commozione, commentava : « il y a beaucoup de résignation * (2). Fu incaricata di recare all’imperatore, che si trovava a Brescia, i risultati del plebiscito una nuova deputazione composta di alcuni membri della (1) Gazzetta Nazionale, n. 22, 1 giugno 1805, pag. 179-180. (2) D r ia u l t , pag. 333. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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degl’interni: « Dalla visura dei medesimi vi riuscirà facil cosa il riconoscere<br />

essere i sottoscritti affermativamente circa 4300 citta<strong>di</strong>ni e soli 28 negativa-<br />

mente. La maggiorità dei primi, l’adesione <strong>di</strong> quasi tutte le autorità ammi­<br />

nistrative e giu<strong>di</strong>ziarie e infine il voto unanime de’ Membri dell’istituto, de’<br />

Professori dell’Università e de’ Deputati alle <strong>di</strong>verse Opere Pie <strong>di</strong> questa Città<br />

vi faran con piacere rilevare quanto sia piena la sanzione del Popolo alle<br />

savie determinazioni del Senato e congetturar quin<strong>di</strong> con quanto entusiasmo<br />

e quanta sincerità <strong>di</strong> cuore sarà da tutti proclamato ed accolto per nostro<br />

sovrano l’invincibile e grande Imperatore de’ Francesi ».<br />

Quanto a sè e ai suoi impiegati il Provve<strong>di</strong>tore <strong>di</strong>chiara che il voto<br />

favorevole è dovuto al dovere che si sono sempre fatti <strong>di</strong> venerare ed ese­<br />

guire le <strong>di</strong>sposizioni superiori, alla compiacenza <strong>di</strong> essere stati interpellati,<br />

all’essere « intimamente persuasi che la nostra riunione all’impero Francese<br />

ci metterà a parte <strong>di</strong> quella felicità e <strong>di</strong> quella gloria che gli procurò l’im­<br />

mortale Bonaparte » (1).<br />

11 1° <strong>di</strong> giugno la Gazzetta aveva una relazione ufficiosa degli avve­<br />

nimenti e delle ragioni che li avevano determinati, ma che tra<strong>di</strong>va anche<br />

l’ingenua illusione, destinata a breve durata, d’imporre con<strong>di</strong>zioni a Napo­<br />

leone, quasiché quella de<strong>di</strong>zione non fosse stata spontanea soltanto per<br />

finzione giuri<strong>di</strong>ca.<br />

« Compiesi ai 14 del corrente giugno l’anno ottavo da che la Repub­<br />

blica, cangiando forma <strong>di</strong> governo, si riprometteva de’ vantaggi incalcolabili<br />

pel presente e più felici destini per l’avvenire. Sì belle speranze sono anda­<br />

te <strong>di</strong> giorno in giorno <strong>di</strong>leguandosi a proporzione che la guerra ha preso<br />

piede e involto il continente e che l’Europa ha cangiato d’aspetto. E tal era<br />

in questi tempi la <strong>di</strong> lei situazione che i più intrepi<strong>di</strong> <strong>di</strong>speravano della<br />

possibilità <strong>di</strong> continuare sul piede attuale: quin<strong>di</strong> la voce sparsa già da<br />

qualche tempo, voce che si andava ogni giorno accre<strong>di</strong>tando, che la Liguria<br />

sarebbe aggregata all’impero francese o al nuovo Regno Italiano. Il com­<br />

mercio dello Stato, prima e unica sorgente <strong>di</strong> sua prosperità, paralizzato al<br />

<strong>di</strong> fuori per la via <strong>di</strong> terra dal sistema delle dogane degli stati limitrofi,<br />

impe<strong>di</strong>to per mare dai corsari inglesi e barbareschi, era ridotto alla meschina<br />

risorsa dell'interna consumazione: questa critica situazione della quale non<br />

era possibile <strong>di</strong> prevedere il termine, rendeva assai verosimile la congettura<br />

della nostra riunione ad uno dei gran<strong>di</strong> Stati a noi confinanti. A questo<br />

importante avvenimento si attaccavano le speranze del risorgimento delle<br />

(1) Arch. <strong>di</strong> Stato, Reg. n. 343, lettera 378, 25 maggio; 383 e 385, 29 maggio; 386 e<br />

389, 31 maggio. Era ancora Provve<strong>di</strong>tore Giuseppe Podestà grande amico <strong>di</strong> Saliceti che<br />

accompagnò poi a Napoli.<br />

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