ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

— 146 - l’ordine, quella tranquillità permanente che è lo scopo dei voti comuni, e da cui lo spirito intraprendente de’ Liguri saprà ben trarre il compenso che è dovuto agli attuali loro sacrifizi. Ci consolino intanto le preziose espressioni, che ripeto volentieri, pronunziate all’installazione del Senato dall’illustre depositario delle generose intenzioni di Bonaparte che ci promette di soste­ nere gli sforzi, di incoraggiare lo zelo e di proteggere in ogni circostanza i destini della Liguria. Penetrato dall’importanza del commercio, il savio e benemerito legislatore gli assegnò una rappresentanza nella Repubblica. Voi, Cittadini Giudici, destinati a formare questa rispettabile rappresentanza, voi sentite tutta la dignità e tutto il peso del vostro ministero. Imparziali e rigidi difensori della legge, voi sosterrete con mano forte e impassibile la bilancia della giustizia. Voi saprete confondere e punire la mala fede, l’inganno, la frode: e la probità, l’onore, le proprietà otterranno da voi garanzia e prote­ zione. Preceduti e accompagnati a questo Tribunale dalla pubblica estimazione, io son certo che giustificherete pienamente la confidenza e la scelta del Senato, ed io avrò sempre a ricordare con trasporto di compiacenza questo giorno solenne in cui ho avuto l’onorevole incarico di farvi sedere nel posto eminente ben meritato dalle vostre virtù e dai vostri talenti » (1). Pochi giorni dopo, analoga funzione si compie per l’insediamento della Municipalità. II Senato, procedendo nell’organamento dello Stato sulle basi della costituzione, compila il regolamento organico sulla Municipalità di Genova, approvato il 26 agosto ed emanato il 5 settembre. Sullo schema del Senato, la Municipalità è costituita di 30 membri divisi in cinque Comi­ tati: degli Edili, dei Censori, dell’Annona, dei Pubblici Stabilimenti e delle Con­ tribuzioni. L’elezione e la ripartizione per la prima volta sono fatte dal Senato stesso il 16 settembre (2). Il 22 con funzione solenne lo Scassi nella veste di Provveditore del Centro li immette in ufficio col rituale discorso di circo­ stanza, nella sala dei già Padri del Comune, rallegrandosi con gli eletti ed esponendo le funzioni e gli obblighi della Municipalità e dei singoli Comi­ tati, e conchiude: « 1 vostri lumi, o Cittadini, la probità e il civismo che vi distinguono vi hanno proposto e indicato al Senato, sempre giusto e avveduto. Egli vi ha nominati e prescelti, io ve ne presento le mie congratulazioni nel momento che ne faccio seguire l’installazione. Il Comune di Genova scrive in questo giorno a caratteri indelebili fra i grandi attestati dell’amore paterno del suo governo costituzionale l’elezione della sua Municipalità, e voi che la componete coll’adempimento delle vostre importanti funzioni continuate a meritare quella confidenza che il Senato ha manifestato per voi (1) Gazzetta Nazionale, n. 12, 3 settembre 1803, pag. 94. (2) Arch. di Stato, Repubbl. Ligure, filza 60, 26 agosto; Raccolta delle Leggi e Atti del Senato, I, pag. 21 e 35. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 147 — ed in tal guisa unirete alla già acquistata estimazione la riconoscenza de’ vostri cittadini ». Qli risponde con le consuete frasi occasionali, per l’assenza di Giuseppe Durazzo designato Presidente, il decano Nicolò Mari (1). Ma dopo le prime cerimonie i rapporti non sono affatto cordiali tra le due autorità, e i conflitti di attribuzioni mettono capo a un vero reclamo per abuso di poteri rivolto dalla Municipalità al Senato, al quale risponde con una lunga e focosa lettera di difesa Giuseppe Podestà, frattanto succeduto allo Scassi nell’ufficio. « La Municipalità, egli dice, ha destramente aspettato a portare il reclamo in quel momento in cui furono chiamati a cariche più sublimi e molto degnamente meritate quei due Provveditori dei quali io adesso, senza il nome reale, esercito le funzioni e dai quali emanarono le disposizioni ora controverse ». E, respinte con calore le singole accuse di spese arbitrariamente fatte e imposte alla Municipalità, conchiude che la causa del dissidio è da ricercare nella non precisa delimitazione fra le attribuzioni dei due poteri, ma ricorda che anche recenti decisioni del Senato miravano a far rimanere le Municipalità nei limiti delle funzioni loro attribuite. « La Municipalità di Genova è un corpo rispettabilissimo, ma appunto per questo deve essere contenuta in limiti ben ristretti e non dare un passo che non le sia tracciato dalla legge. È tanta e sì vicina la di lei influenza sulla popolazione che se non sarà sommamente sorvegliata, a forza di esse­ re o comparire zelante e disinteressata, vorrà rivalizzare col Governo stesso » (2). Ma la Municipalità è più forte: dopo una serie di laboriose discussioni il Senato finisce con lo stabilire che non debba dipendere dal Provveditore del Centro ma direttamente dal Governo (3). Frattanto, con la fine di giugno, Onofrio Scassi aveva abbandonato l’ufficio di Provveditore. Il Senato avrebbe dovuto procedere al sorteggio del terzo; ma sorteggio non ci fu e Gerolamo Serra protestò perchè il Senato stesso, custode della legge, la violava: scrisse poi che « quel Senato illegale meritò il soprannome obbrobrioso del Parlamento di Cromwell » (4). La que­ stione del modo di sostituire gli uscenti era stata trattata anche in Francia tra il Saliceti che avrebbe voluti eletti i nuovi Senatori dal Primo Console, Tal­ leyrand che chiedeva se l’elezione dovesse farsi dai consigli non ancora com­ piuti perchè non era possibile fare la lista dei possidenti per mancanza del catasto, e Bonaparte che desiderava di lasciarla al Senato, come effettiva- (1) Gazzetta Nazionale, n. 15, 24 settembre 1803, pag. 118. Poco dopo Giacomo Mazzini insedia con analoga solennità la Comunità della Polcevera; ibid. n. 19, 22 ottobre, pag. 152. (2) Arch. di Stato, Rep. Ligure, n. 342, Reg. n. 3, Lettere del Provveditore, lettera n. 97, 9 agosto 1804. (3) Arch. di Stato, Reg. 393, Verbali del Magistrato Supremo, 19 febbraio e 11 mar. 1805. (4) G. S e r r a , Memorie, pag. 122. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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ed in tal guisa unirete alla già acquistata estimazione la riconoscenza de’<br />

vostri citta<strong>di</strong>ni ». Qli risponde con le consuete frasi occasionali, per l’assenza<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Durazzo designato Presidente, il decano Nicolò Mari (1).<br />

Ma dopo le prime cerimonie i rapporti non sono affatto cor<strong>di</strong>ali tra le<br />

due autorità, e i conflitti <strong>di</strong> attribuzioni mettono capo a un vero reclamo per<br />

abuso <strong>di</strong> poteri rivolto dalla Municipalità al Senato, al quale risponde con<br />

una lunga e focosa lettera <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa Giuseppe Podestà, frattanto succeduto<br />

allo Scassi nell’ufficio. « La Municipalità, egli <strong>di</strong>ce, ha destramente aspettato<br />

a portare il reclamo in quel momento in cui furono chiamati a cariche più<br />

sublimi e molto degnamente meritate quei due Provve<strong>di</strong>tori dei quali io<br />

adesso, senza il nome reale, esercito le funzioni e dai quali emanarono le<br />

<strong>di</strong>sposizioni ora controverse ». E, respinte con calore le singole accuse <strong>di</strong><br />

spese arbitrariamente fatte e imposte alla Municipalità, conchiude che la causa<br />

del <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o è da ricercare nella non precisa delimitazione fra le attribuzioni<br />

dei due poteri, ma ricorda che anche recenti decisioni del Senato miravano a<br />

far rimanere le Municipalità nei limiti delle funzioni loro attribuite.<br />

« La Municipalità <strong>di</strong> Genova è un corpo rispettabilissimo, ma appunto<br />

per questo deve essere contenuta in limiti ben ristretti e non dare un passo<br />

che non le sia tracciato dalla legge. È tanta e sì vicina la <strong>di</strong> lei influenza<br />

sulla popolazione che se non sarà sommamente sorvegliata, a forza <strong>di</strong> esse­<br />

re o comparire zelante e <strong>di</strong>sinteressata, vorrà rivalizzare col Governo<br />

stesso » (2). Ma la Municipalità è più forte: dopo una serie <strong>di</strong> laboriose<br />

<strong>di</strong>scussioni il Senato finisce con lo stabilire che non debba <strong>di</strong>pendere dal<br />

Provve<strong>di</strong>tore del Centro ma <strong>di</strong>rettamente dal Governo (3).<br />

Frattanto, con la fine <strong>di</strong> giugno, Onofrio Scassi aveva abbandonato<br />

l’ufficio <strong>di</strong> Provve<strong>di</strong>tore. Il Senato avrebbe dovuto procedere al sorteggio<br />

del terzo; ma sorteggio non ci fu e Gerolamo Serra protestò perchè il Senato<br />

stesso, custode della legge, la violava: scrisse poi che « quel Senato illegale<br />

meritò il soprannome obbrobrioso del Parlamento <strong>di</strong> Cromwell » (4). La que­<br />

stione del modo <strong>di</strong> sostituire gli uscenti era stata trattata anche in Francia tra<br />

il Saliceti che avrebbe voluti eletti i nuovi Senatori dal Primo Console, Tal­<br />

leyrand che chiedeva se l’elezione dovesse farsi dai consigli non ancora com­<br />

piuti perchè non era possibile fare la lista dei possidenti per mancanza del<br />

catasto, e Bonaparte che desiderava <strong>di</strong> lasciarla al Senato, come effettiva-<br />

(1) Gazzetta Nazionale, n. 15, 24 settembre 1803, pag. 118. Poco dopo Giacomo Mazzini<br />

inse<strong>di</strong>a con analoga solennità la Comunità della Polcevera; ibid. n. 19, 22 ottobre, pag. 152.<br />

(2) Arch. <strong>di</strong> Stato, Rep. <strong>Ligure</strong>, n. 342, Reg. n. 3, Lettere del Provve<strong>di</strong>tore, lettera<br />

n. 97, 9 agosto 1804.<br />

(3) Arch. <strong>di</strong> Stato, Reg. 393, Verbali del Magistrato Supremo, 19 febbraio e 11 mar. 1805.<br />

(4) G. S e r r a , Memorie, pag. 122.<br />

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