ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

— 126 — della guerra. Dell’ordinamento civile non si parla, ma si comprende quale potesse essere la sua libertà di movimenti in quelle condizioni. È vero che, quasi a conforto e a esplicito compenso dei mancati pagamenti per il man­ tenimento delle truppe francesi, si dava soddisfazione al vecchio desiderio del­ l ’ingrandimento territoriale (1). Ma l’annessione di Oneglia e Loano (cui più tardi si aggiunsero Serravalle e Carosio, anch’esse già possedute dal Re di Sardegna) non faceva che avvicinare più strettamente Genova alla Francia; tuttavia, rispondendo alle aspirazioni di espansione territoriale del governo, provocava un’entusiastica lettera del Pareto al Primo Console, nella quale era però insieme fermo ed aperto l’accenno alla rovina economica subita dal paese (2). Ampliare il territorio della repubblica, si, e con aspirazioni anche larghe sino alPAIessandrino, al Parmigiano, a Lucca, a Massa, a Carrara, e in questo senso agiva a Parigi il Fravega, riprendendo i piani e le illusioni del Lupi; ma esser compresi nella Cisalpina, no; vi era contrario specialmente quel partito medio che era adesso in prevalenza: quello che aveva avuto sempre per programma l’accordo e l’imitazione francese, ma insieme il tenace amore per 1 autonomia. Grande perciò la preoccupazione e il timore quando il Fravega e Gian Carlo Serra riferirono la domanda del Primo Console che si mandas­ sero alcuni Deputati alla Consulta di Lione, richiesta che si riteneva preludere all annessione. La notizia diede luogo a un grande lavorio diplomatico; Girolamo Serra propose di rispondere negativamente e loda il Bonaparte dell arrendevolezza nell’accogliere le ragioni di Genova esposte in una ferma Nota dei rappresentanti a Parigi, ai quali il Talleyrand invece non permise neppure di aprir bocca. Non sapeva il Serra quel che doveva aver avuto ben maggiore importanza, cioè il parere nettamente contrario del Dejean che asseriva troppo pericoloso unire in un sol fascio sette milioni di teste solfuree e facilmente elettrizzabili (3). (1) D r i a u l t , 121. « Così — commenta il Serra che di quella politica era col Pareto il maggior artefice per la prima volta dopo secoli, tutto il litorale della Liguria tro- vossi senza un filo di separazione sotto le stesse leggi »; Memorie, pag. 119. v2) A. Pareto in nome del Presidente del Governo al Generale Bonaparte, 6 giugno 1801. « Citoyen Consul. La Ligurie vous a demandé des conseils. Vous les faites précéder par des bienfaits. La reconnaissance que ce premier bienfait inspire au Gouvernement, l’encourage à en ésperer d autres, propres à cicatriser les plaies profondes de la guerre. Les rochers steriles de 1 apre Ligurie ont pu suffir à ses habitants tant que l’or deposé par leurs ancètres chez l’étranger venait vivifier periodiquement leur industrie. Mais peu d’années ont anéanti le fruit des espar- gnes de deux siècles. Vous reparerez d’aussi grands malheurs ». Arch. di Stato, Genova, Rep. Ligure, n. 50, Corrispondenza interna e francese, reg. II. (3) Lettera Fravega da Parigi, 21 novembre 1801, Arch. di Stato, Lettere Ministri, Francia, M azzo 94, N. G. 2270 e v. anche lettera G. B. Rossi a Francesco Cattaneo a Milano, Lettere Ministri, Milano, M. 27, N. G. 2323; G. S erra, Memorie, pag. 118 sgg.; D r ia u lt , pag, 119, 123; F io r in i e Lemmi, pag. 557-8. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 127 — Le aspirazioni all’ampliamento del territorio, strettamente connesse alle speranze di ripresa economica, facevano desiderare ardentemente la pace: la notizia dell’armistizio e poi della pace di Luneville era perciò salutata con vivissima gioia, tuttavia contristata dal continuare della guerra marittima con l’Inghilterra, la più dannosa agli interessi liguri (1). La pace conchiusa permetteva infatti di pensare all’ordinamento stabile della Repubblica Ligure e alla nuova costituzione. Si può dire divenisse que­ sto il problema fondamentale e più urgente. La preoccupazione del futuro appariva evidente, preoccupazione per il modo di consultare gli elettori, « per­ chè ancora non si sapeva con qual mezzo legale e infallibile si sarebbe riusciti a interrogare e conoscere la vera volontà del Popolo nella scelta dei suoi magistrati, che dovevano essere uomini fermi e intelligenti, impassibili all’influenza, alla seduzione dell’intrigo e dei partiti »; preoccupazione per ia essenza stessa della costituzione. « Sta sepolta nel più profondo mistero scriveva la Gazzetta Nazionale — la sorte definitiva che si va preparando alla nostra Repubblica già riconosciuta libera e indipendente. Ma questa sorte sarà degna sicuramente della magnanimità e della giustizia del Governo Francese, sarà corrispondente ai sacrifici coi quali il popolo di Liguria ha dimostrato il suo attaccamento alla Francia e tanto contribuito alla salvezza e alla gloria delle armi francesi e alla condotta dell’assedio, cosicché il Primo Console lo ha proclamato il più fedele alleato della Grande Nazione » (2). Dichiarazione che non gli impediva di tirare volutamente le cose in lungo finché non si fosse fatta la pace con l’Inghilterra, che si interessava particolarmente di Genova (3). Infinite furono le discussioni sulla costituzione che si preparava, sui progetti che si dicevano fatti ma che nessuno conosceva; tutti avevano una loro infallibile opinione in proposito: « inter­ rogate i leoni, vogliono una Costituzione per dominare; interrogate i lupi, vogliono una Costituzione per rubare; interrogate altre bestie, vogliono altre Costituzioni favorevoli alla loro bestialità; interrogatele tutte insieme, vi fanno venir matto e vi affogano » (4). Mentre Bonaparte indugiava e nessuno penetrava il fondo dei suoi propositi (è bene, egli diceva, che i Genovesi siano discordi e questo « dans les circostances ou se trouve Gènes est l’intérèt majeur » (5), e le circostanze (1) Raccolta di Proclami e Decreti della Commissione straordinaria di Governo, pag. 144, 175; Gazzetta Nazionale, 21 febbraio 1801, n. 35. pag. 368. (2) Gazzetta Nazionale, n. 36, 28 febbraio 1801, pag. 281; n. 39, 21 m arzo, pag. 306. (3) D r ia u lt , pag. 121. (4) Gazzetta Nazionale, n. 38, 14 marzo, pag. 295. Altre discussioni ibid. 16 m aggio, (5) D r ia u l t, pag. 122. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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Le aspirazioni all’ampliamento del territorio, strettamente connesse alle<br />

speranze <strong>di</strong> ripresa economica, facevano desiderare ardentemente la pace: la<br />

notizia dell’armistizio e poi della pace <strong>di</strong> Luneville era perciò salutata con<br />

vivissima gioia, tuttavia contristata dal continuare della guerra marittima con<br />

l’Inghilterra, la più dannosa agli interessi liguri (1).<br />

La pace conchiusa permetteva infatti <strong>di</strong> pensare all’or<strong>di</strong>namento stabile<br />

della Repubblica <strong>Ligure</strong> e alla nuova costituzione. Si può <strong>di</strong>re <strong>di</strong>venisse que­<br />

sto il problema fondamentale e più urgente. La preoccupazione del futuro<br />

appariva evidente, preoccupazione per il modo <strong>di</strong> consultare gli elettori, « per­<br />

chè ancora non si sapeva con qual mezzo legale e infallibile si sarebbe<br />

riusciti a interrogare e conoscere la vera volontà del Popolo nella scelta dei<br />

suoi magistrati, che dovevano essere uomini fermi e intelligenti, impassibili<br />

all’influenza, alla seduzione dell’intrigo e dei partiti »; preoccupazione per<br />

ia essenza stessa della costituzione. « Sta sepolta nel più profondo mistero<br />

scriveva la Gazzetta Nazionale — la sorte definitiva che si va preparando<br />

alla nostra Repubblica già riconosciuta libera e in<strong>di</strong>pendente. Ma questa<br />

sorte sarà degna sicuramente della magnanimità e della giustizia del Governo<br />

Francese, sarà corrispondente ai sacrifici coi quali il popolo <strong>di</strong> Liguria ha<br />

<strong>di</strong>mostrato il suo attaccamento alla Francia e tanto contribuito alla salvezza<br />

e alla gloria delle armi francesi e alla condotta dell’asse<strong>di</strong>o, cosicché il Primo<br />

Console lo ha proclamato il più fedele alleato della Grande Nazione » (2).<br />

Dichiarazione che non gli impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> tirare volutamente le cose in lungo<br />

finché non si fosse fatta la pace con l’Inghilterra, che si interessava<br />

particolarmente <strong>di</strong> Genova (3). Infinite furono le <strong>di</strong>scussioni sulla costituzione<br />

che si preparava, sui progetti che si <strong>di</strong>cevano fatti ma che nessuno<br />

conosceva; tutti avevano una loro infallibile opinione in proposito: « inter­<br />

rogate i leoni, vogliono una Costituzione per dominare; interrogate i lupi,<br />

vogliono una Costituzione per rubare; interrogate altre bestie, vogliono<br />

altre Costituzioni favorevoli alla loro bestialità; interrogatele tutte insieme,<br />

vi fanno venir matto e vi affogano » (4).<br />

Mentre Bonaparte indugiava e nessuno penetrava il fondo dei suoi<br />

propositi (è bene, egli <strong>di</strong>ceva, che i Genovesi siano <strong>di</strong>scor<strong>di</strong> e questo « dans<br />

les circostances ou se trouve Gènes est l’intérèt majeur » (5), e le circostanze<br />

(1) Raccolta <strong>di</strong> Proclami e Decreti della Commissione straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> Governo, pag. 144,<br />

175; Gazzetta Nazionale, 21 febbraio 1801, n. 35.<br />

pag. 368.<br />

(2) Gazzetta Nazionale, n. 36, 28 febbraio 1801, pag. 281; n. 39, 21 m arzo, pag. 306.<br />

(3) D r ia u lt , pag. 121.<br />

(4) Gazzetta Nazionale, n. 38, 14 marzo, pag. 295. Altre <strong>di</strong>scussioni ibid. 16 m aggio,<br />

(5) D r ia u l t, pag. 122.<br />

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