ONOFRIO SCASSI - Società Ligure di Storia Patria

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05.06.2013 Views

— 124 — Indubbiamente, le difficoltà maggiori derivavano da quella equivoca situazione nella quale la Repubblica Ligure, nominalmente sovrana, era sorvegliata e diretta interamente dai governanti francesi e per loro mezzo dal Primo Console. Caratteristico esempio fornisce il caso di Gian Carlo Serra. Giuseppe Fravega, mandato dopo Marengo come ministro plenipotenziario a Parigi, scriveva il 27 luglio 1800 alla Commissione di Governo che nella prima udienza il Primo Console gli aveva dichiarato nettamente « che voleva il cit­ tadino Gio. Carlo Serra si portasse costì munito dei suoi ordini per combinar col governo i mezzi per riparar i disordini che disse esser a sua saputa esister a Genova. A ciò credetti mio dovere replicare che, qualunque fosse la mia opinione particolare sul conto del cittadino Gio. Carlo Serra, non poteva far a meno di dimostrargli che codesto soggetto era condannato all’esiglio e che quindi il detto cittadino non avrebbe potuto eseguire simije missione a fronte d’una legge dalla quale era percosso- A questa mia rimostran­ za il Primo Console rispose con una risata; e mi ordidi dire positivamen­ te al cittadino Gio. Carlo Serra di portarsi al più presto da lui, volendo conferir seco sullo stato degli affari, e non deponendo perciò l’idea della di lui missione costà » (1). È naturate che il governo genovese obbedisse: poco dopo il Serra era nominato plenipotenziario della Repubblica al congresso di Luneville e cominciava così la sua vita di diplomatico, che doveva chiu­ dersi violentemente a Dresda, dopo la missione in Polonia, nel 1813. « La Liguria, commentava la Gazzetta, è in diritto di attendere i migliori successi dalla scelta di questo Cittadino, il quale unisce ai lumi politici, che lo distinguono, una forza e costanza di carattere poco comuni » (2). C ’era anche dell’orgoglio in quella forza di carattere; ma è lecito dubitare che tutti fossero molto lieti a Genova della ricomparsa di colui che aveva suscitato tante lotte; non certo quei violenti, anarchisti, pescatori nel torbido, contro i quali la Gazzetta imprecava tanto frequentemente (3); non i conservatori, che rimpiangevano la repubblica oligarchica. Ma il Primo Console dichiarava di aver molto gradito la nomina di una persona « per cui aveva sempre la maggior stima e il più grande attaccamento » e il 17 dicembre 1800 lo riceveva in udienza con segni di onore (4). (1) B e lg r a n o , Imbreviature, pag. 249. Il Serra dal 1798 risiedeva a Parigi, dove l’inviato diplomatico Lupi, lo aveva anche accusato di complottare d’accordo con Saliceti, madama Faypoult e, altri anche genovesi, per l’unione della Cisalpina alla Francia. C o lu c c i, La Repubblica di Genova e la Rivoluzione francese, voi. Ili, pag. 456 sgg. 475, 487 sgg., 498. (2) Gazzetta Nazionale, 15 nov. 1800, pag. 163. (3) Gazzetta, 1801, gennaio-marzo, pag. 290, 307, 325, 387 ecc. (4) Gazzetta, 27 dicembre 1800, pag. 211. Nominato poi inviato straordinario della Repubblica Ligure a Parigi, il Serra rimase accanto al Fravega fino al novembre 1802 quando fu destinato a Madrid: ibid., 23 ottobre 1802, pag. 150 e 6 novembre, pag. 168; L ’Osser- Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

— 125 — L’autonomia del governo genovese era perciò apparente e di ca­ rattere più che altro amministrativo, e gli organi di governo, la Commissione, la Consulta, servivano soltanto, lo diceva Talleyrand, « à faire croire au peuple de Gènes qu’il disposerait librement de ses propres destinées» (1): ben ardua era la situazione di chi, come Agostino Pareto, incaricato della politica estera, voleva salvare quanto più fosse possibile la libertà e la dignità dello Stato. Il suo registro di corrispondenza col Dejean è un continuo e faticoso dibattito, una difesa tenace, ma praticamente inutile, di una posizione inso­ stenibile. Le pretese militari, le richieste di alloggi per le truppe e di cure negli ospedali sono continue. È giusto, dice una volta il Pareto, che i mili­ tari ammalati abbiano i soccorsi necessari, s mais il s’agit de voir si les besoins qu’on suppose existent réellement; et quand-mème il existeraient s’il ne sont pas une consequence des dilapidations des agens des hopitaux et de la constante impunité qu’on leur accorde » (2). Ma tutte le opposizioni si spuntano di fronte alle tenaci insistenze appoggiate dalla forza, e le doman­ de piovono continue, opprimenti, insaziabili, con un tono monotono, uniforme, esasperante, perchè si risolvono tutte in richieste di pagamenti. E su tutta la vita e l’attività della repubblica si esercita minuto, inesorabile il controllo di Dejean, che non ha per il paese governato nè stima nè compassione, pur comprendendo che l’abbondante avversione contro i Francesi e le frequenti agitazioni e il compresso malumore sono la conseguenza « de notre conduite administrative et financière et des dilapidations de tous les genres qui se sont commises et qui se commettent encore tous les jours ». Egli protesta contro i metodi di violenza militare, sino a chieder d’essere richiamato; ma se qualche funzionario o generale francese, come il Ménard, si dimostra amico dei « patrioti esclusivi » lo fa subito richiamare (3). Non è così un’alleanza, è un protettorato; e il governo francese a Genova si esercita di fatto, tanto che il Primo Console il 28 aprile 1801, stabi­ lisce, come ha appena fatto del Piemonte, che la Liguria costituirà una divisione militare comandata da un generale che corrisponderà direttamente col ministro vatore politico, 2 ottobre e sgg., pag. 63, 88, 104; C la v a r in o , IV, 105. In segno di soddisfazione per l’opera sua, il Talleyrand gli donava da parte del Primo Console un anello, Arch. di Stato, Governo Provvisorio, n. 94, Verbali Magistrato supremo, c. 51, 28 dicembre 1802. La sua corrispondenza da Parigi in Lettere Ministri, Francia, Mazzi 94 e 95, con quella del Fravega; da Madrid, fino al maggio 1805, in Lettere Ministri, Spagna, Mazzo 78. (1) D r ia u lt , Napole'on en Italie, pag. 119. (2) Archivio di Stato, Genova, Rep. Ligure, n. 50, Registro della corrispondenza interna e francese, 28 gennaio 1801. Le lettere del Dejean in Governo Provvisorio, Mazzo 11, Num. Gen. 2955. (3) D r ia u lt , pag. 119-120. Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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Indubbiamente, le <strong>di</strong>fficoltà maggiori derivavano da quella equivoca<br />

situazione nella quale la Repubblica <strong>Ligure</strong>, nominalmente sovrana, era<br />

sorvegliata e <strong>di</strong>retta interamente dai governanti francesi e per loro mezzo<br />

dal Primo Console. Caratteristico esempio fornisce il caso <strong>di</strong> Gian Carlo Serra.<br />

Giuseppe Fravega, mandato dopo Marengo come ministro plenipotenziario a<br />

Parigi, scriveva il 27 luglio 1800 alla Commissione <strong>di</strong> Governo che nella prima<br />

u<strong>di</strong>enza il Primo Console gli aveva <strong>di</strong>chiarato nettamente « che voleva il cit­<br />

ta<strong>di</strong>no Gio. Carlo Serra si portasse costì munito dei suoi or<strong>di</strong>ni per combinar<br />

col governo i mezzi per riparar i <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni che <strong>di</strong>sse esser a sua saputa<br />

esister a Genova. A ciò credetti mio dovere replicare che, qualunque fosse<br />

la mia opinione particolare sul conto del citta<strong>di</strong>no Gio. Carlo Serra, non<br />

poteva far a meno <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrargli che codesto soggetto era condannato<br />

all’esiglio e che quin<strong>di</strong> il detto citta<strong>di</strong>no non avrebbe potuto eseguire simije<br />

missione a fronte d’una legge dalla quale era percosso- A questa mia rimostran­<br />

za il Primo Console rispose con una risata; e mi or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> <strong>di</strong>re positivamen­<br />

te al citta<strong>di</strong>no Gio. Carlo Serra <strong>di</strong> portarsi al più presto da lui, volendo conferir<br />

seco sullo stato degli affari, e non deponendo perciò l’idea della <strong>di</strong> lui<br />

missione costà » (1). È naturate che il governo genovese obbe<strong>di</strong>sse: poco<br />

dopo il Serra era nominato plenipotenziario della Repubblica al congresso<br />

<strong>di</strong> Luneville e cominciava così la sua vita <strong>di</strong> <strong>di</strong>plomatico, che doveva chiu­<br />

dersi violentemente a Dresda, dopo la missione in Polonia, nel 1813.<br />

« La Liguria, commentava la Gazzetta, è in <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> attendere i migliori<br />

successi dalla scelta <strong>di</strong> questo Citta<strong>di</strong>no, il quale unisce ai lumi politici,<br />

che lo <strong>di</strong>stinguono, una forza e costanza <strong>di</strong> carattere poco comuni » (2).<br />

C ’era anche dell’orgoglio in quella forza <strong>di</strong> carattere; ma è lecito dubitare<br />

che tutti fossero molto lieti a Genova della ricomparsa <strong>di</strong> colui che<br />

aveva suscitato tante lotte; non certo quei violenti, anarchisti, pescatori nel<br />

torbido, contro i quali la Gazzetta imprecava tanto frequentemente (3); non<br />

i conservatori, che rimpiangevano la repubblica oligarchica. Ma il Primo<br />

Console <strong>di</strong>chiarava <strong>di</strong> aver molto gra<strong>di</strong>to la nomina <strong>di</strong> una persona « per<br />

cui aveva sempre la maggior stima e il più grande attaccamento » e il 17<br />

<strong>di</strong>cembre 1800 lo riceveva in u<strong>di</strong>enza con segni <strong>di</strong> onore (4).<br />

(1) B e lg r a n o , Imbreviature, pag. 249. Il Serra dal 1798 risiedeva a Parigi, dove l’inviato<br />

<strong>di</strong>plomatico Lupi, lo aveva anche accusato <strong>di</strong> complottare d’accordo con Saliceti, madama<br />

Faypoult e, altri anche genovesi, per l’unione della Cisalpina alla Francia. C o lu c c i,<br />

La Repubblica <strong>di</strong> Genova e la Rivoluzione francese, voi. Ili, pag. 456 sgg. 475, 487 sgg., 498.<br />

(2) Gazzetta Nazionale, 15 nov. 1800, pag. 163.<br />

(3) Gazzetta, 1801, gennaio-marzo, pag. 290, 307, 325, 387 ecc.<br />

(4) Gazzetta, 27 <strong>di</strong>cembre 1800, pag. 211. Nominato poi inviato straor<strong>di</strong>nario della<br />

Repubblica <strong>Ligure</strong> a Parigi, il Serra rimase accanto al Fravega fino al novembre 1802 quando<br />

fu destinato a Madrid: ibid., 23 ottobre 1802, pag. 150 e 6 novembre, pag. 168; L ’Osser-<br />

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