Testo - Siad

92 Maria Letizia Compatangelo
ANNA – (in un soffio) Dormi?
LUCILLA – No. Pensavo.
ANNA – (ride) Pensavi ad occhi chiusi... Sognare dovresti, alla tua
età! Sognare ad occhi aperti!
LUCILLA – (brusca) Che c’è? Dov’è Leone?
ANNA – Di là. Bello scherzo gli stavi apparecchiando! Quello
muore per te. (la guarda in silenzio)
LUCILLA – Non ti sono mai piaciuta, non sforzarti di essere gentile.
Neanche io mi piaccio. – Meglio se non fosse arrivato in tempo.
ANNA – Ma piaci a lui, e tanto basta! Toh, cerca di berne un pochino.
(le porge la tazza) Sinché è calda.
LUCILLA – Che cos’è?
ANNA – Veleno per topi. Che vuoi che sia?! Una tisana! Approvata
dal medico di famiglia, ovverosia Leone.
LUCILLA – La luce dei tuoi occhi, vero? – Non te lo porto via,
non ti preoccupare.
ANNA – Ma tu guarda come cambia il mondo! Adesso uno, solo
perché è giovane... si crede in diritto di sputare sentenze! Prima era
troppo dall’altra parte, d’accordo, ma insomma! Non sono mica rincretinita!
LUCILLA – (ironica) Non pensi che dovrei riposare... nelle mie
condizioni?
ANNA – Tolgo subito il disturbo.
LUCILLA – Anna! Aspetta... – Scusami.
ANNA – (si ferma, torna indietro e si para davanti alla ragazza)
Non approvavo perché lo sentivo che sarebbe successo qualcosa di
storto. – Io ho certe premonizioni... le ho sempre avute.
LUCILLA – (interessata) E cosa sentivi?
ANNA – Il buio della notte senza luna. Qualcosa nel fondo della terra
che ci tirava tutti quanti giù... giù...
LUCILLA – (impressionata) Ero io?!...
ANNA – Così credevo.