Testo - Siad

IGNAZIO – (febbrile) Vuoi che dia le dimissioni dal governo? Vuoi
che parta, che sparisca, come voleva Lucilla? Vuoi denunciarmi?
LEONE – (tappandosi le orecchie) Non voglio scegliere, ora!!!
IGNAZIO – Ho dato disposizione all’avvocato e al notaio. Ogni cosa
verrà intestata a te. – Solo per essere pronti ad ogni evenienza. Ho
deciso così.
LEONE – Appunto. Tu hai deciso. Tu disponi, tu fai. – Beh, cerca
di trovare una soluzione anche per noi due!
IGNAZIO – (prendendo tempo) A cosa ti riferisci?
LEONE – È più padre chi ti ha generato o chi ti ha cresciuto con
amore? Il secondo, direi io. – Ma se al primo è stata negata la possibilità
con la violenza proprio da parte del secondo?! Cosa resta? Possiamo
ancora parlare di amore? È più forte la voce dell’affetto o quella
del sangue?
IGNAZIO – (grave) Darei tutto il mio sangue per non vederti soffrire.
Per questo ero disposto a sparire, a cancellarmi! Quella là lo può
confermare. – E lo sono ancora.
Leone tace. Ignazio comprende di aver fatto breccia.
IGNAZIO – (avviandosi) Qualunque cosa tu decida... purché sia
giusta per te... io la accetterò. (breve sapiente pausa) E un’ultima cosa:
tu lo sai, Leone, l’avrai capito... se io ho accettato questa responsabilità
di governo è stato solo per il bene del Paese, per il futuro della
democrazia, che oggi è veramente in pericolo... – Ma ciò non toglie
che l’ultima parola spetti a te. Scegli pure liberamente, figlio mio...
Non aver paura.
Scena 5.
I figli del silenzio 91
Mentre Ignazio esce e le luci si abbassano sulla scena, si illumina un
angolo – forse in proscenio – dove su un bel letto ben equipaggiato e
rincalzato, Lucilla se ne sta abbandonata, con gli occhi chiusi. Entra
Anna, con una tazza fumante.