Testo - Siad

LEONE – Si può perdonare tutto? E la giustizia?
ANNA – (scuote la testa) Non mi piace vederti così. – Dovresti parlare
con tuo padre. Lui ha esperienza... e poi è un uomo, no? Perché
certe volte io a voi non vi capisco. Sembrate fatti per complicare le
cose.
LEONE – (si alza) È proprio con lui che non posso parlare! L’unica
persona al mondo alla quale avrei voluto rivolgermi per un consiglio,
un giudizio! Mio padre...
ANNA – (fraintendendo) Eh, lo so... Non c’è mai! Ma ha rimandato
la partenza, vedrai che riuscirete a stare insieme con un po’ di calma...
Certo adesso avrà molto da fare, per i primi tempi... (orgogliosa)
Membro del governo! Se lo merita. Non perché è tuo padre e perché
lo conosco da venticinque anni, ma una persona migliore non potevano
sceglierla, non esiste al mondo!
LEONE – Venticinque anni? Fu allora che venisti a stare da noi?
ANNA – La tua povera mamma era appena passata da questa vita.
LEONE – E non hai mai visto, o sentito nulla... circa la mia nascita?
Da nessuno?
ANNA – Cosa dovevano raccontarmi? E poi chi? Tuo padre? Io ero
solo una persona di servizio, la tua governante... non si metteva a
chiacchierare con me!
LEONE – Ma non è strano che non ci sia una fotografia del battesimo,
o una di quelle nudo sul lettino a un anno... Ce l’hanno tutti!
ANNA – Le ho cercate... quelle sì.
LEONE – Sì?! E perché non me l’hai mai detto?!
ANNA – Che ne so, non me l’hai chiesto! – Sei proprio strano, oggi,
Leone! – Pare che siano andate perse durante il trasloco, quando
veniste a stare in questa casa, poco prima che la tua povera mamma...
LEONE – (sospira) Capisco.
ANNA – (di nuovo scuote la testa) No, non ti posso vedere così!
Davvero la tua Anna non può fare niente?
Leone sospira, sorride tristemente e fa cenno di no.
I figli del silenzio 85