Testo - Siad

LUCILLA – (urlando) E su quali basi?! Con chi?! – Facendoci aiutare
da Gambosa, un assassino, un torturatore? Uno che ha trucidato i
genitori di quello che chiama suo figlio!!!
Scena 2.
I figli del silenzio 79
L’interfonico continua a squillare istericamente. Ignazio pigia il pulsante
che apre la comunicazione, e mentre la voce della segretaria
annuncia “È suo figlio, dottore”, la porta si apre e Leone fa il suo ingresso
nell’ufficio, pallido come un morto. È sconvolto a tal punto
che probabilmente basterebbe soltanto battergli una mano sulla spalla
e raccontargli una bugia qualsiasi perché lui vi si aggrappi con
tutta l’anima. Invece i secondi passano nel silenzio più assoluto, nonostante
i suoi sguardi inconsciamente imploranti: la sua apparizione
è stata troppo improvvisa perché gli altri riescano a reagire. Si sono
soltanto resi conto che potrebbe aver udito le accuse di Lucilla.
LEONE – (cercando con gli occhi Ignazio) Papà?!... Ho sentito delle
grida, sembrava...
IGNAZIO – (il primo a riprendersi) Niente, discutevamo di ... Ordinaria
amministrazione.
LEONE – Sono passato per congratularmi... (a Lucilla) Che cosa fai
qui?!
DOMINGO – La signora Varano è una mia collaboratrice. Stavamo
discutendo con suo padre le condizioni per la sua partecipazione al
prossimo governo.
LEONE – (sgarbato) E lei chi è?
DOMINGO – Mi chiamo Domingo.
LEONE – E poi?! Domingo... che?!!
DOMINGO – (in un borbottio appena percepibile) Domingo Llosa.
LEONE – Llosa... Dove l’ho sentita nominare...
DOMINGO – Sono un parlamentare.