Testo - Siad

I figli del silenzio 77
LUCILLA – (allibita e infuriata) Ma lui è... lui è!... (non riesce ad
articolare)
DOMINGO – (abbassando lo sguardo) Lui è disposto a collaborare.
LUCILLA – Domingo, non puoi pensare veramente una cosa del
genere, non puoi parlare sul serio! Quest’uomo è stato uno squadrista,
un criminale!
IGNAZIO – Si può cambiare, nella vita.
LUCILLA – Ma si deve anche pagare!
DOMINGO – Dobbiamo agire prima che la situazione si deteriori
irreparabilmente. (a Lucilla) Io sono d’accordo con te. Ma siamo obbligati.
LUCILLA – Perché?! In tutto il Paese non esistono altre persone all’altezza?!
Non ce n’è uno?!!
DOMINGO – Il nostro è un Paese meraviglioso, abbiamo intelligenze
straordinarie... Ma l’economia è debole, siamo sotto il ricatto
dei debiti – lo capisci questo, no?! Dall’estero chiedono garanzie. E
Ignazio Gambosa è l’unico nome ben accetto.
LUCILLA – E tu, tu ti rendi conto che questo significa stare seduti
su un barile di polvere?! Le accuse che abbiamo raccolto contro quest’uomo
sono vere, provate! Altrimenti ti sembra possibile, anche soltanto
immaginabile, che si sarebbe sottoposto alle nostre condizioni?!!
– Una persona normale non accetta di partire, di esiliarsi per
sempre, senza reagire, senza combattere! A meno che non capisca di
essere stato smascherato definitivamente! Quanto pensi che impiegheranno
i nostri avversari ad accusarlo? E magari dovremo pure difendere
la sua immacolata verginità?!
DOMINGO – (duro) Se sarà necessario, sì! Solo noi siamo al corrente.
E non possiamo permettere che nessuno – nessuno, capisci? –
getti cattiva luce sul nuovo governo.
LUCILLA – È proprio vero che non si vive mai abbastanza! – Questo
non sarei mai riuscita a immaginarlo...
DOMINGO – Se avessimo agito come di regola, non sarebbe accaduto.
Sei stata tu a voler seguire una procedura particolare. Ora i fatti
ci hanno scavalcato.