Testo - Siad

64 Maria Letizia Compatangelo
IGNAZIO – Non capisco dove voglia arrivare. Sono cose di
trent’anni fa... Ho già parlato pubblicamente dei miei errori di gioventù
ed ho ampiamente riscattato il mio passato.
LUCILLA – La famosa auto-accusa, come no... Peccati veniali, superficiale
coinvolgimento con il vecchio regime...
IGNAZIO – Immaturità giovanile.
LUCILLA – Poi la presa di coscienza ed una limpida vita di democratico.
IGNAZIO – Al servizio del mio Paese! – Lei non è divertente. Se ne
vada adesso, ho da fare.
LUCILLA – Non è arrivato alle ultime pagine. Sono le più interessanti...
Quelle che dimostrano il suo (sottolineando le parole) assoluto
coinvolgimento nei delitti più schifosi e vigliacchi della nostra storia!
Quelle che dimostrano che non si trattò affatto di “peccati veniali”,
di superficialità giovanile, ma di completa, convinta e attiva partecipazione
criminale!
Ignazio sfoglia lentamente i documenti, rigido. Quindi alza verso Lucilla
due occhi spaventati e carichi d’odio.
IGNAZIO – E questo cosa significa?!!
LUCILLA – Esattamente quello che c’è scritto. Non sa leggere?
IGNAZIO – Cosa c’entra Leone?!!
LUCILLA – No. Non “Leone”. Raul. Il figlio di Maria e Omero Devigno.
IGNAZIO – (in un sibilo furioso e impotente) Lei è pazza!
LUCILLA – (incalzando rabbiosa) Omero e Maria nella notte del
10 novembre 1973 furono prelevati dalla loro abitazione e trucidati.
Ufficialmente “scomparsi”. – Insieme a tanti altri nello stesso distretto.
Una spedizione in grande stile.
IGNAZIO – Io vi denuncio, vi faccio sbattere tutti in galera!
LUCILLA – Avevano un bambino. Il loro primo figlio, Raul. Erano
molto giovani Omero e Maria... Omero cantava con la sua chitarra
nelle sere di festa e con gli amici, dopo il lavoro. Per questo l’avete