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Testo - Siad

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58 Maria Letizia Compatangelo<br />

ANNA – Bella figura! Proprio una bella figura... (comincia a<br />

schiaffeggiarsi in modo ostentato, rituale) E poi lo sapevi che tanto<br />

sarebbe stato inutile! (disperata) Adesso non avrà più fiducia! Non mi<br />

racconterà più nulla, non si rivolgerà più ad Anna quando avrà bisogno<br />

di aiuto... (di colpo smarrita) E che ci sto a fare io allora in questa<br />

casa?! E dove andrò, ora che sono vecchia? – (sorridendo al ricordo)<br />

Altro che “Leone”! Un paperello sperduto... Sempre appresso<br />

a me, dove andavo io, lui dietro! Buono buono a giocare in un angolo,<br />

seduto a guardarmi che sbrigavo le faccende... purché non lo mandassi<br />

via, non voleva mai restare da solo... (sospira) E così un giorno<br />

il mio fidanzato se n’è trovata un’altra, al paese, e io... – Ma come potevo<br />

lasciarlo?! (un po’ rinfrancata dai ricordi, si alza e comincia automaticamente<br />

a rassettare) Sono rimasta qui, con lui, a raccontargli<br />

le favole, e tutte le storie nostre di contadini... la storia della luna e<br />

della potente maga delle maree... Lui se ne stava lì ad ascoltare, incantato...<br />

Poi chiedeva: e perché questo? E perché quest’altro? Così<br />

io gli spiegavo le famiglie delle pietre e delle erbe... Parlavamo. (ride)<br />

Quanto parlavamo! – E quando si è fatto grande, ha cominciato lui a<br />

spiegarmi tutte queste cose nuove che si sentono oggi... E mi diceva:<br />

non ti preoccupare, tu sei Anna degli spiriti, tu sai già tutto!... So già<br />

tutto... Fosse davvero così! Sono solo lampi, immagini... e vorrei non<br />

vederle. – Lo so, lo so che devi andare dalla tua donna... (scosta una<br />

tenda, scruta fuori) È luna nera oggi, tempo giusto per le talee...<br />

Quello che si semina oggi mette radici lunghe sino al cuore della terra.<br />

Scena 4.<br />

Una stanza modesta in un appartamento modesto, che funge da tinello<br />

e luogo di disimpegno ed ora anche da camera per gli ospiti. Nel<br />

divano letto selvaggiamente disfatto, Lucilla e Leone, esausti, sfiniti e<br />

appagati dopo l’amore.<br />

LEONE – È qui che abiti, allora.<br />

LUCILLA – No.<br />

LEONE – E i tuoi amici?

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