Testo - Siad

52 Maria Letizia Compatangelo
Leone si avvicina a Lucilla: sono fortemente attratti l’uno dall’altra.
Le loro labbra stanno per toccarsi. Di scatto Lucilla si sottrae, impaurita.
LUCILLA – Questo... non l’avevo previsto.
LEONE – Eppure sembravi molto decisa.
LUCILLA – Sei in errore.
LEONE – Sei entrata tu da quella porta.
Leone la prende tra le braccia, la stringe a sé. Lucilla sta per abbandonarsi,
poi con un guizzo si divincola e scappa all’altro capo della
stanza. Leone la osserva con calma, come studiando gli effetti del suo
gesto.
LEONE – No, non era questo che volevi... (cambia espressione, duro)
Allora cosa?!
LUCILLA – Dovevo parlare con te.
LEONE – D’accordo, ma il tempo è scaduto. Adesso, se vuole scusarmi...
LUCILLA – Ero sicura che fossi il solito stronzo, odioso e pieno di
soldi. Sarebbe stato meglio. – Ma quando ho dovuto inseguirti, e ho
cominciato a conoscerti...
LEONE – Dubito che lei conosca alcunché che mi riguardi. È soltanto
un’estranea. Invadente e presuntuosa.
LUCILLA – Dovevo capire se potevo rivelarti...
LEONE – (accavallato) ... Di quelle che te la sbattono in faccia e
quando è al dunque fanno le verginel... – che hai detto?
LUCILLA – Io lavoro per un’Associazione che... – Niente.
Bussano alla porta.
LEONE – Vuoi sputare fuori o no?