Testo - Siad

I figli del silenzio 51
LUCILLA – Ma perché?!
LEONE – Già, perché? (avvicinandosi) Sei entrata nella mia vita a
forza, hai ingannato la povera Anna... perché?
LUCILLA – (attratta a sua volta) Dovevo... dovevo conoscerti di
persona. Leone Gambosa.
LEONE – Perché?!
LUCILLA – Magari sono un po’ mitomane. Il tuo è un cognome famoso.
LEONE – Tutto merito altrui. Di mio padre, per la precisione.
LUCILLA – Ignazio Gambosa... L’inaccessibile mago dell’economia
nazionale, l’uomo nuovo della democrazia...
LEONE – Ma... ehi... (riflette, poi scoppia a ridere) Ti interessa mio
padre?! – Volevi arrivare a lui attraverso me?
LUCILLA – Non ho bisogno di te per questo. (lo fissa negli occhi,
cambia tono) Ma un altro uomo si sarebbe arrabbiato all’idea.
LEONE – Perché ti va mio padre? E perché no? Se io fossi donna…
credo che mi piacerebbe molto.
LUCILLA – A me no. – Non vi assomigliate affatto.
LEONE – Succede.
LUCILLA – Siete molto legati?
LEONE – Sì.
LUCILLA – (incalzando) Amici?
LEONE – È mio padre. È molto di più.
LUCILLA – È stato un buon padre?
LEONE – (stupito) Ma che vai cercando?
LUCILLA – Niente... curiosità.
LEONE – Sei una giornalista! Vuoi che te lo presenti?
LUCILLA – (ride) E smettila!
LEONE – Sono solo io il centro delle tue indagini?
LUCILLA – (allarmata) Che vuoi dire?