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Testo - Siad

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38 Maria Letizia Compatangelo<br />

LEA – E la messinscena del colloquio? E la tua “amica” qua sotto?<br />

IRINA – Perché non avevo il coraggio di dirtelo! Però è vero, non<br />

sei buona... tu hai il veleno dentro. E sei una bugiarda e un’ipocrita!<br />

Hai detto di aver ringraziato Dio quando sei guarita, di avere gioia, e<br />

invece! - Quante coppie si separano, e sopravvivono, loro che possono,<br />

ma tu no, tu sei speciale!!! Perché? Anche tutte tue amiche sono<br />

separate!<br />

LEA – E tu che ne sai?<br />

IRINA – Le vedo, girano sempre intorno a Rossano! Davanti a me,<br />

come se io non... Come se io non contassi nulla.<br />

LEA – Le mie amiche? Chi?<br />

IRINA – Quella coi capelli biondi tutti tinti corti corti, per esempio.<br />

Gioia, si chiama. Si attacca addosso a Rossano come... Mi fa vergognare<br />

per lei.<br />

Lea accusa il colpo in silenzio. Accende un’altra sigaretta. Cerca il<br />

posacenere, che come al solito ha nascosto lontano dagli occhi. Irina<br />

glielo porge.<br />

LEA – Tu oggi sei proprio venuta qui per distruggere tutto il mio<br />

mondo. (prende il posacenere) Grazie.<br />

IRINA – Prima di malattia non mi fregava niente di te. Mai sarei venuta<br />

io qui.<br />

LEA – E allora facciamo finta che non è successo niente, tu te ne vai<br />

e non ci siamo mai viste. Nemiche come prima.<br />

IRINA – È stato uno sbaglio venire qui, devo proprio essere pazza,<br />

hai ragione. Non sai quanta paura avevo. Uno scherzo “gigantesco”,<br />

come hai detto tu. Uno scherzo della mia mente malata. In questi mesi<br />

di analisi, di cure, di esami, mi sono arrovellata: Cristina, Cristina,

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