Testo - Siad
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Irina abbassa la testa. Pausa.<br />
Come te 35<br />
LEA – (di nuovo sbalordita) O no? (Lea scoppia a ridere) No, non<br />
ci posso credere!<br />
IRINA – Non è come pensi. Rossano è il padre, ma lui non voleva<br />
un figlio da me. Io ho detto quando era troppo tardi per farmelo togliere.<br />
Ora è contento, vuole bene alla bambina, crede lui…È il suo<br />
piccolo giocattolo. Quando piangeva e piangeva la notte io la prendevo<br />
dal lettino e scendevamo in garage, in macchina, per non farci sentire.<br />
Cosa può fare lui con Cristina?<br />
LEA – (solidale, suo malgrado) Magari crescere, insieme a lei!<br />
IRINA – Tu sei forte, sei istruita, elegante… Solo tu puoi insegnarle<br />
le cose che io voglio per lei. Solo tu puoi insegnare a difendersi dagli<br />
altri. Io voglio che diventi come te.<br />
LEA – (colpita, per un momento si astrae, sogna) Tante volte ho sognato<br />
di avere una femmina. Una a cui insegnare tutto quello che hai<br />
capito, perché goda il massimo dalla vita e non faccia i tuoi stessi errori….<br />
Ma non è andata così. (scotendosi con violenza) E tanto perché<br />
tu lo sappia, quella bambina io l’ho odiata con tutte le mie forze, quando<br />
ho saputo. Di te non mi fregava niente, ma lei… Tutto quel dolore,<br />
che era rimasto dentro, si è trasformato in odio. Lei era… - Sono fuggita,<br />
a rischio di mettere in pericolo il lavoro, la carriera, lasciando un<br />
uomo stupendo che forse mi voleva bene veramente… Avevo bisogno<br />
di un oceano tra me e… voi. In quel viaggio non ho fatto altro che seppellire<br />
ricordi, dolore, risentimenti. Ho buttato tutto in un buco nero,<br />
ho ricostruito la mia vita per la terza volta. Al ritorno, dicevano che<br />
sembravo una donna nuova. Ma non si può sfidare il destino. Non voglio.<br />
Carlo e Massimo sono figli miei. Cristina è figlia tua.<br />
IRINA – Ma sono io a dartela! La vuoi conoscere? Solo un minuto...<br />
Dico alla ragazza di salire?