Testo - Siad
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Squilla il campanello della porta di casa. Raimondo si aggiusta il nodo<br />
della cravatta, il maglione, la piega dei pantaloni. Ravvia velocemente<br />
i capelli e si dirige verso l’ingresso.<br />
LORENZO – Dove vai?!<br />
RAIMONDO – Dio mio, ad aprire la porta, naturalmente.<br />
LORENZO – (raggiungendolo e afferrando la spalliera della sedia<br />
a rotelle) Tu non vai proprio da nessuna parte, invece!<br />
Con fredda e fulminea determinazione Lorenzo ribalta la carrozzella,<br />
adagiandola con lo schienale in terra, rapido e rabbioso eppure ancora<br />
attento a non fargli del male. L’effetto deve essere comico: solo<br />
così diventa umoristico e non patetico.<br />
RAIMONDO – (con le gambe inerti per aria, strilla come un’aquila,<br />
agitando busto e braccia come un ossesso) Lorenzo! Ma che stai<br />
facendo! No! Attento, mi fai cadere! – Lorenzo!!!<br />
LORENZO – Muoviti adesso.<br />
Il Veliero e il Pesce Rosso 143<br />
RAIMONDO – Rimettimi su, immediatamente! Hai sentito?! Brutto<br />
stronzo fottuto! Nazista! Tirami su, maledetto! Bastardo che non<br />
sei altro, brutto figlio di puttana!<br />
Il campanello squilla ancora sulle urla impotenti di Raimondo. Lorenzo<br />
va al suo veliero, lo prende, lo porta davanti a Raimondo.<br />
LORENZO – (contemplandolo dall’alto) Vuoi anche questo?<br />
RAIMONDO – Che cazzo dici!<br />
LORENZO – Cos’altro vuoi di mio? Dài, prendi anche questo, no?!<br />
(lascia cadere il modellino a un passo dal viso congestionato di Raimondo)<br />
E questo, e questo, e questo!!! (pesta il suo veliero con rabbia,<br />
ripetutamente)