05.06.2013 Views

Testo - Siad

Testo - Siad

Testo - Siad

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

8 Ferruccio Marotti<br />

cire produce invece altri strappi, la coperta è sempre troppo corta… o<br />

sempre più corta.<br />

Le commedie sono graffianti, dotate di grande ironia che ama<br />

sconfinare nella commedia nera e addirittura nella farsa, anche quando<br />

sulla scena i personaggi si scontrano con violenza e vengono affrontati<br />

i temi più scottanti della società. Una scrittura che può sembrare<br />

apparentemente inserita, anche per l’estrema teatralità del dialogo,<br />

nel filone del teatro borghese, del quale tuttavia non rispetta sino<br />

in fondo le regole della pièce “bien faite”, risultando alla fine sempre<br />

un po’ ostica e tutt’altro che accomodante. Ma, come dice Esslin<br />

a proposito del Teatro dell’Assurdo, «per leggere tra le righe bisogna<br />

pure che le righe ci siano».<br />

Ed ecco allora che le righe nel teatro della Compatangelo ci sono,<br />

a tal punto che a tratti (Il grande O, Ultima Prima, Il Veliero e il Pesce<br />

Rosso) questa “possibilità del dire” viene addirittura avanti a riempire<br />

tutta la ribalta.<br />

E così, accanto al desiderio, che percorre e sottende tutte le opere<br />

dell’autrice, con la nostalgia di un mondo diverso che forse in qualche<br />

tempo lontano abbiamo conosciuto, resta il linguaggio, veicolo e<br />

allo stesso tempo territorio, corpo dello scontro (Ladri di immortalità,<br />

Pensieri velenosi, Un bicchiere di tramonto, Aquila sapiens sapiens).<br />

Linguaggio come finzione, come bugia, come rappresentazione.<br />

Linguaggio che si inventa protagonista del gioco. Linguaggio in azione.<br />

Linguaggio in trasform/Azione.<br />

Perché per vivere e sentirsi vivere – sussurro (e grido) che scaturisce<br />

da tutte le commedie della Compatangelo – bisogna raccontarsi<br />

una storia. E anche questo termine non ci lascia del tutto tranquilli,<br />

perché in esso aleggia l’ombra, il doppio, la consapevolezza della finzione:<br />

in definitiva l’ambiguità che, sopra tutto oggi, permane la caratteristica<br />

più profonda del teatro.<br />

Ferruccio Marotti*<br />

* Da Il Teatro dell’Inganno - Opere Complete, di Maria Letizia Compatangelo,<br />

Roma, 2005, BE@A Entertainment Art. Per gentile concessione dell’editore<br />

Enrico Bernard.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!