Testo - Siad

110 Maria Letizia Compatangelo
DOMINGO – Un incidente! C’è stato un incidente, c’è un ferito grave.
Al 385 di Viale delle Magnolie. (riattacca) È tutto perduto! – Cercherò...
non so cosa si può fare per... (scuote la testa) Ma ormai... (scappa
via senza terminare la frase, con un ultimo sguardo a Lucilla)
IGNAZIO – (in bilico tra il delirio e la lucidità) Non c’è più niente
da fare, Llosa... Hai visto? È stato così semplice!... E ora è finalmente
tutto perduto. Va’ via! (facendogli il verso) C’è un Paese da ricostruire...
Vai. – A me lasciami con i miei morti.
Lucilla si lamenta, poi si aggrappa ad Anna con le ultime forze e interroga
con lo sguardo, spasmodicamente, sia lei che Ignazio.
LUCILLA – (ad Anna) Non è... Dimmi! (guarda Ignazio) Non era
giusto cercare di ...
Il dolore impedisce a Lucilla di terminare la frase, che nel suo modo
di esprimersi forse sarebbe stata «Non era giusto cercare di fargliela
pagare?».
LUCILLA – (con un sorriso amaro, deformato dal dolore) E non
era neanche mio padre...
Lucilla si accascia tra le braccia di Anna. Suonano alla porta. Fa un
effetto strano un suono così domestico e quotidiano. Anna adagia delicatamente
Lucilla in terra e come un automa va alla porta. Torna di
corsa dopo pochi attimi, sconvolta, gli occhi spiritati, con una busta
che consegna a Ignazio.
ANNA – (mentre Ignazio apre frenetico la busta ed estrae la lettera)
Un coso... uno di quelli col motorino... È la calligrafia di Leone!
IGNAZIO – (legge avidamente, con voce strozzata) «Caro papà –
non riesco a chiamarti in un altro modo – quando riceverai questa lettera
anch’io sarò “sparito”. Ci sono strani movimenti intorno a me,
ma credo di averli seminati, per adesso. Non c’è tempo, questa è l’u-