Testo - Siad

I figli del silenzio 107
di... fisicamente immaginabili... mentre altri, di là, ammazzavano il
suo uomo.
ANNA – (giungendo le mani sulle labbra) Madre di Dio!
LUCILLA – Chi ha inventato la balla che l’amore materno è assoluto?!
Sono cresciuta disperata, pazza... non potevo capire... Perché mi
odiava? E quel suo silenzio inesorabile, feroce... – Me l’ha detto solo
in punto di morte. Con lo stesso sguardo di ribrezzo di sempre.
IGNAZIO – (fissandola negli occhi, serio) Non sono stato io.
LUCILLA – Ho le prove!
IGNAZIO – Tu e le tue prove! – Ti ha fatto il mio nome?
LUCILLA – E come poteva! Portavate dei “nomi di battaglia”, no?!
Il tuo era...
IGNAZIO – (interrompendola) Franco. Ma ce n’era un altro. Uno
che veniva da fuori. Fu ammazzato poco dopo, in un’imboscata.
LUCILLA – Ma guarda!
IGNAZIO – (grave, pacato) Non sono stato io. Io non posso avere
figli. Io sono sterile. Non era mia moglie, ero io, ma all’epoca non si
poteva dire. Un vero uomo deve essere potente... capace di mettere incinta
una donna!
LUCILLA – Non è possibile! Le mie ricerche...
IGNAZIO – Ho rubato Leone, questo sì! Anche per poter andare in
giro a testa alta!... Un uomo senza figli è niente! – Ma non sono tuo
padre. Non avrei mai potuto esserlo.
LUCILLA – (disperata) No! È stato l’odio a tenermi viva, tutti questi
anni... prima verso una madre che mi odiava... e poi verso chi mi
aveva generato nella violenza. – E adesso...
Squilla il telefono, a lungo. Sembrano tutti paralizzati. Domingo va a
rispondere: è l’unico che ancora conservi un barlume di lucidità.
DOMINGO – Pronto, casa Gambosa... – Dica pure a me, sono Llosa
– Sì... – Ne siete assolutamente certi? – Sì... – Capisco... Grazie.