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Testo - Siad

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IGNAZIO – Perdi tempo a provocare.<br />

Squilla il telefono. Ignazio corre a rispondere.<br />

IGNAZIO – Pronto! – Ah, Llosa, è lei... – No, lo sto ancora aspettando.<br />

– Cosa?! – Come sarebbe a dire, lo sorvegliavate, perché? – Sì,<br />

capisco... – E allora dov’è?! – D’accordo. – Sì, immediatamente, fate<br />

il mio nome, certo... – mi raccomando, discrezione... ma trovatemelo!<br />

– Lo chiamerò personalmente, il capo della polizia è un amico... –<br />

D’accordo, la aspetto.<br />

Ignazio riaggancia il ricevitore e si rivolge a Lucilla.<br />

I figli del silenzio 103<br />

IGNAZIO – I tuoi amici giocano agli agenti segreti... Fessi! Non<br />

sanno nemmeno pedinare qualcuno senza farsi scoprire.<br />

LUCILLA – (sorpresa) Leone?<br />

IGNAZIO – Lo hanno perso. – Ti decidi a sparire?<br />

LUCILLA – Anche tu aspetti... Potremmo attenderlo insieme...<br />

(ironica) Da buoni parenti...<br />

IGNAZIO – Ne ho sentite di bestemmie in vita mia, ma questa è la<br />

più grossa.<br />

LUCILLA – (ambigua) Molto meno di quanto immagini! – (cambia<br />

tono) E allora, cosa deve dirti Leone? Se ti perdona? Penso proprio<br />

che fosse sulla via di farlo. Voleva partire, mi ha anche chiesto di andare<br />

con lui.<br />

IGNAZIO – (allo stesso tempo geloso e allettato) Ebbene?!<br />

LUCILLA – (cantilenando) Partire è un po’ morire... partire vuol<br />

dire scordare, fuggire... dimenticare.<br />

IGNAZIO – Allora?!!<br />

LUCILLA – (di nuovo dura e tagliente) Non si possono dimenticare<br />

certe cose. – Così gli ho messo nelle mani un souvenir... Un piccolo<br />

nontiscordardimé.<br />

IGNAZIO – Che altra pazzia hai escogitato!

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