Testo - Siad

DOMINGO – Certo. Era del mio paese. Ci conoscevamo tutti.
LEONE – E dove...
DOMINGO – Non è neanche sulla carta, tanto è piccolo. – È inutile
che vada sin lì. Non c’è più nessuno.
LEONE – E mia madre?
DOMINGO – (cambia istintivamente tono, sorridendo al ricordo)
La sua bellezza era famosa in tutta la regione. Ma lei scelse Omero.
Mi mette allegria, diceva. Cantava molto bene. E componeva. Un
poeta contadino, si direbbe oggi. Allora, un sovversivo.
LEONE – Chissà come sarebbe stata la mia vita con loro...
DOMINGO – Povera. Forse felice, forse no. – Cerchi di dimenticare.
Usi quello che ha per aiutare chi ha bisogno. Per la giustizia (Leone
ha un moto di incredulità) ...sociale. – C’è molta strada da fare.
C’è un Paese da ricostruire.
LEONE – E Omero... e Maria?!
DOMINGO – Sono fantasmi ormai.
LEONE – Dicono che i fantasmi attirino i vivi verso il loro mondo
di ombre.
DOMINGO – Sciocchezze. Possono arricchire il suo spirito, lei deve
onorarli... Ma sono morti.
LEONE – (considerando di nuovo la chiavetta nella sua mano) La
devo lasciare. Lei aspetta mio... padre?
DOMINGO – Potrei parlare con Lucilla?
LEONE – Anna!... (a Domingo) Sentiamo.
Anna entra.
I figli del silenzio 99
LEONE – Che dice Lucilla?
ANNA – Che non vuole assolu... (si corregge) Non si sente bene,
preferisce non vedere nessuno. Occorre altro?
LEONE – No, grazie, Anna.