racconti adulti - Comune di Trichiana

Premio Letterario Nazionale “Trichiana Paese del Libro”
assieme, è contento?» Mentre rispondeva gli girava le spalle,
aveva tolto dalla grande tasca della gonna una scatolina di
metallo cromato e stava armeggiando con qualcosa.
Lui le si avvicinò e le posò delicatamente una mano
sulla spalla, emozionato, incredulo, smarrito... «Quale
medicina?»
Olga si girò verso di lui con la consueta gentilezza: «Su
signor Laszlo, faccia il bravo, lo sa che le devo fare la sua
iniezione.»
Per un attimo la memoria fu chiara: chinò il capo come aveva
imparato a Buchenwald, gli occhi gli si rigonfiarono e senza
neppure sollevare lo sguardo Laszlo porse l’avambraccio
destro. Olga sorrideva, lui avrebbe voluto dirle mille cose
ma appena l’ago fu fuori la testa girò, una nebbia scura lo
avvolse e sentì le mani della ragazza sorreggerlo mentre si
accasciava sopra il letto.
Nel silenzio dell’alba Olga gli sfilò le scarpe di vernice nera,
le ripose nell’armadietto e gli infilò le ciabatte, poi aprì le
tende della finestra che dava sul parco, ancora avvolto nella
nebbia, e uscì nel bianco corridoio richiudendo a chiave
alle sue spalle la porta della numero 33.
Laszlo si svegliò lentamente, un sapore amaro gli impastava
la lingua, sentiva la testa pesante e uno strano ronzio che
non avrebbe saputo dire se venisse da fuori, da dentro la
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