racconti adulti - Comune di Trichiana

L’appuntamento
Per fortuna lui parlava un pochino di francese, disse, così
aveva capito che intendeva dire il suo diario.
Gli chiesi come avesse fatto a trovare il mio numero, perso
dentro a quell’enormità di nomi, numeri, biglietti colorati
che parlavano tutte le lingue del mondo. Guardandomi
con fare interrogativo, mi porse il journal di Roger.
-C’è solo il suo di nome là dentro, signora.
Poesie. Qualche verso famoso, qualche altro inventato da
lui, che si firmava H. R., Habituel Roger. Ricette, segreti
per far crescere fiori rigogliosi. Appunti di filosofia, di
storia, digressioni letterarie su qualche libro che lo aveva
colpito. Classifiche dei suoi film preferiti (I soliti sospetti,
Bellissima, Sunset Boulevard), dei suoi romanzi preferiti
(Alla ricerca del tempo perduto, Chiedi alla polvere,
Madame Bovary), brani di canzoni.
Ma furono le foto, a farmi disperare di pianto. A farmi
capire, illuminando come lo squarcio affilato di un lampo
tutto il suo dolore solitario.
Cartoline mai scritte che raffiguravano posti esotici,
sgualcite agli angoli e ingiallite dall’usura e dal tempo.
Santo Domingo, Manila, Bahia, una spiaggia di Bali al
tramonto e un asterisco nella pagina, in basso, con un
appunto vicino: da fare.
Ritagli di giornali spiegazzati, incollati sui giorni del diario
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