racconti adulti - Comune di Trichiana

L’appuntamento
settembre, verde che si colorava di bruno. I giorni si
sfilacciavano dentro a sere piene di un vento frizzante che
annunciava il cambiamento. Fui presa da un’inquietudine
tagliente, abitata da una frenesia che non mi apparteneva.
Lo sentivo. Roger era vicino alla partenza.
Non faceva nulla di così diverso da prima; suonava,
passeggiava, potava le mie rose e dormiva sotto le stelle.
Ma aveva cominciato a scrivere di più, a sfogliare il suo
journal ogni giorno, come se dovesse riallacciare le fila
del suo viaggio e prepararsi ad una nuova avventura. Fu
graduale, delicato.
Il mio amico si dimostrò tenero anche nella crudele arte
della partenza.
Prima preparò il suo zaino e spolverò il cappello di paglia,
poi si spogliò dei vestiti che gli avevo prestato, ad uno ad
uno. Tenne solamente un foulard verde scuro che lo pregai
di accettare, pena un’offesa mortale. Aveva il colore dei
suoi occhi, gli copriva una buona porzione di pelle e così
pensavo lo proteggesse un pochino in più. Una impalpabile
corazza di seta che si sarebbe portato in giro per il mondo.
L’ultima sera gli preparai una pastasciutta coi pomodorini
freschi ed il basilico. Il suo piatto italiano preferito, insieme
al couscous marocchino di Youssoufa e alle galantines
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