racconti adulti - Comune di Trichiana
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L’appuntamento<br />
che meno <strong>di</strong> tre ore prima avevo fatto arrestare. Poi che<br />
fossi semplicemente pazza.<br />
Alla fine si era convinto della mia sanità mentale e mi aveva<br />
permesso <strong>di</strong> sborsare quelli che si sarebbero poi rivelati i<br />
migliori trecentotrentaeuro della mia vita.<br />
Fuori, alla luce tenue della luna, mi ringraziò.<br />
Fu una cosa sbrigativa e <strong>di</strong>retta, un grazie sincero come ne<br />
ho sentiti pochi nella mia vita. Anche più vero <strong>di</strong> quelli che<br />
<strong>di</strong>co <strong>di</strong> solito io.<br />
Lo portai a casa, guidando piano nel tiepido della notte.<br />
Ricordo che c’erano le stelle, e filari <strong>di</strong> viti fiancheggiavano<br />
la strada.<br />
Eh? Poetico, <strong>di</strong>te? Beh, poetico…non esageriamo. Tenni<br />
il finestrino abbassato tutto il tempo cercando <strong>di</strong> respirare<br />
molto, molto poco: il tizio puzzava mica male, in effetti.<br />
Credo che se ne rendesse conto, perché mi ricordo quel<br />
suo modo teso <strong>di</strong> sedermi accanto, dritto come un fuso,<br />
immobile.<br />
Ci togliemmo dall’imbarazzo non appena liberi dalla<br />
costrizione dell’abitacolo. Gli proposi un piatto <strong>di</strong> zuppa<br />
che accettò solo dopo lunghe insistenze. Gliela portai fuori<br />
insieme a cuscino e coperta, sotto il portico che sarebbe<br />
<strong>di</strong>ventato la sua casa per quasi un’estate.<br />
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