racconti adulti - Comune di Trichiana

Premio Letterario Nazionale “Trichiana Paese del Libro”
-Lo so benissimo, Però mi dici perché sei qui?-
Maria Solinas tirò fuori uno strano sorriso che le attraversò
la faccia di sghimbescio.
-Sono qui… davvero vuoi saperlo, Maria?-
Annuii. Mi lasciai cadere sulle ginocchia acciambellandomi
come un gatto, davanti a lei. Sentivo sotto le gambe, il
solletico del frascame. Maria Solinas sospirò e chiuse gli
occhi.
-Non ho mai parlato con nessuno del mio segreto. Neppure
con te. Che segreto sarebbe?-
Lo disse con una nota amara che mi chiuse il cuore. La
sua tristezza era la piccola stanza scavata in un angolo del
suo cuore, dove si rifugiava troppo spesso. La tristezza
languida e assorta della rinuncia, della sottomissione.
Dell’accettazione, malgrado tutto. Solo di tanto in tanto
Maria Solinas si staccava da quel suo mondo nebuloso per
tornare arida, brusca. A volte cattiva.
Alzai le spalle e la guardai negli occhi.
-Io sono tua nipote. Sono un po’ come te. E porto il tuo
nome!-
Ancora quel sorriso strano, storto.
-Come me? Non augurartelo, piccola. Alle donne non
occorre un cervello e un’anima. Anzi, è meglio che non ne
abbiano affatto-.
Io risi. -Nonna, non sono stupida come pensi. Ho
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