racconti adulti - Comune di Trichiana

Premio Letterario Nazionale “Trichiana Paese del Libro”
contrario. Maria Solina, la vera Maria Solinas, dormiva tra
le costole di quell’altra che tutti vedevano e conoscevano.
Quella che era nata a quindici anni. Partorita nella sua
fresca adolescenza, non da un utero, ma dal ventre nero e
sanguigno di una bestia.
*
Su, su e ancora su. C’era, attorno, lo strano silenzio della
Barbagia rotto solo dai passi dei nostri corpi stanchi. Dal
grido di un falco pellegrino. Da un fruscio tra i sugheri,
e l’elicriso. Da capre selvatiche e cinghiali disturbati dalla
nostra presenza. Il sole sfaccettava tra una fronda e l’altra,
adesso che il bosco s’infittiva. Un sole giallo-rosso che si
dipanava in onde larghe qua e là e finalmente, si accucciò
dietro la cima di una vetta a punta come il becco di un’
aquila. L’aria subito, venne su frizzante. “Si respira” fece
mia madre tirando via il sudore dalla fronte col dorso della
mano. Ma mezz’ora dopo, oltre la cresta di vette dal colore
del sangue, per i viottoli di un bosco che si abbrunava di
passo in passo, dopo piccoli torrenti nei quali avevamo
rinfrescato le facce sudate e le gole aride come campi dopo
una mietitura, dopo aggrottati e nuraghi abbandonati
e rocce basse rotonde, e piccole radure, il freddo arrivò
inatteso, aspro. Strinse il petto di tutti noi, lo punse con
aghi d’acciaio,
“Seguitemi in fila indiana- disse mio padre. - I passaggi
22