racconti adulti - Comune di Trichiana
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L’appuntamento<br />
mi aveva fatto sentire incomparabilmente vivo: le pene<br />
d’amore sono privi legio della gioventù! Dunque la piccola<br />
felicità era esistita davvero.<br />
Ora non più. Tutto era irrime<strong>di</strong>abilmente finito ed io<br />
mi sentivo vecchio e, perché no, anche un poco ri<strong>di</strong>colo.<br />
Speravo solo che, col tempo, avrei finito per darmi pace.<br />
Ma non doveva essere così.<br />
Era trascorso quasi un anno e tutta la vicenda si pre sentava<br />
come una <strong>di</strong> quelle malattie che, pur lasciando pro fonde<br />
tracce sull’organismo, bene o male finiscono per gua rire<br />
quando, un giorno, frugando in fondo ad un cassetto<br />
estrassi, un po’ accartocciato, il biglietto col quale Lella mi<br />
aveva invitato la sera del commiato.<br />
Lo tirai fuori con cautela per non strapparlo, lo li sciai e<br />
rilessi quelle parole scritte dalla sua mano, quasi fosse stata<br />
una lettera d’amore. Fu così che mi accorsi che, all’in terno<br />
del fo glio piegato in due, c’era scritto qualcos’altro che non<br />
avevo notato prima. Incuriosito e un poco emozionato<br />
lo apersi e lessi: «Ho improvvisamente scoperto <strong>di</strong> essere<br />
innamorata <strong>di</strong> te e siccome credo che anche tu mi ami, stasera<br />
aspettami: se lo vuoi, mando tutto a monte e resto con<br />
te. Se non ci sarai vorrà <strong>di</strong>re che mi sono sbagliata. In tal<br />
caso ti prego <strong>di</strong> evitare le spiegazioni. L.».<br />
Ecco, la mia storia con Lella, cui nulla ho tolto né aggiunto,<br />
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