parte 1 - Comunità Montana dei Monti Dauni meridionali
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PIT 10 SUB APPENNINO DAUNO Pagina 62 di 179 Diffusi, fra i cosiddetti toporagni (fam. soricidae), il toporagno comune (Sorex araneus) e, meno diffuso, il toporagno pigmeo (Sorex minutus). Ancora più rari e localizzati i toporagni legati all'ambiente acquatico. Nella nostra area sembra esistere il toporagno d'acqua (Neomys fodiens), nelle vicinanze di zone allagate con acque pulite. Ugualmente localizzato, ma comunque presente il topino pettirosso (Crocidura russula), i cui resti sono stati rinvenuti in borre di rapaci. Poco si sa sui pipistrelli sui quali mancano notizie certe. E' comunque documentata la presenza di rinolofidi fra cui il rinolofo ferro di cavallo (Rhinolophus hipposideros), dei vespertilionidi di cui il più comune è il pipistrello (Pipistrellus pipistrellus) seguito dal pipistrello orecchie di topo (Myotis myotis). Fra i lagomorfi è presente la lepre (Lepus capensis), ma la consistenza delle sue popolazioni va diminuendo progressivamente, sostenuta solo dai rilasci effettuati a scopo venatorio. A questo titolo c'è da dire, comunque, che per questo motivo spesso sono state rilasciate specie estranee al territorio per cui si può affermare che nel Subappennino esiste sì la lepre ma non si ha la certezza della sua posizione tassonomica (ibrido?, specie introdotta?, meticcio?). Fra i roditori è sicuramente presente il moscardino (Muscardinus avellanarius), il topo quercino (Elyomis quercinus) ed il ghiro (Glis glis). Per quest'ultimo la presenza è rivelata da resti alimentari e da recenti numerosi avvistamenti oltre che da esemplari morti rinvenuti sulle strade. Rare le arvicole, rappresentate essenzialmente dall'arvicola (Arvicola terrestris musignani), mentre più raro è il pitimio del savi (Pitymys savi) e la cui presenza è stata documentata da resti trovati nelle borre di rapaci notturni. Fra i topi propriamente detti si rilevano fondamentalmente due tipi: il topo selvatico (Apodemus sylvaticus) ed il topolino delle case (Mus musculus). Fra i ratti l'originario ratto nero (Rattus rattus) appare sostituito in molte zone dal ratto grigio o delle chiaviche (Rattus norvegicus). Nell'area subappenninica sono presenti entrambi. Molto dubbia è la presenza dell'istrice (Hystrix cristata). alcuni aculei trovati negli anni ottanta in zone poco frequentate possono far pensare ad un residuo nucleo sopravvissuto. I carnivori sono costituiti essenzialmente da due gruppi: mustelidi e canidi. Pare infatti scomparso il gatto selvatico (Felis sylvestris) o, quantomento, molto ridotto e localizzato, forse ibridato con gatti domestici inselvatichiti la cui presenza è di notevole portata. VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE
PIT 10 SUB APPENNINO DAUNO Pagina 63 di 179 Molto più importanti come impatto sono i mustelidi: donnola (Mustela nivalis), faina (Martes foina), tasso (Meles meles) e puzzola (Mustela putorius) sono piuttosto diffusi. Non del tutto sicura la sopravvivenza, in zona, della lontra (Lutra lutra), comunque presente sino agli inizi degli anni '80 (Pennacchioni, 1982) nel Fortore e ancora attualmente nell'Ofanto. Sicuramente presente è invece il lupo (Canis lupus), con alcuni gruppi familiari (Pennacchioni 1982; Pennacchioni 1994). Pure estremamente diffusa appare la volpe, ubiquitaria ed opportunista. Fra gli artiodattili, scomparsa l'esigua popolazione di caprioli lanciata qualche anno fa dalla Forestale e subito meticolosamente eliminata dai soliti bracconieri, l'unica specie esistente è il cinghiale (Sus scropha), anche in questo caso sicuramente non più appartenente al ceppo autoctono, ma riccamente insanguato con lanci, soprattutto in tempi passati, per i ripopolamenti a scopo venatorio. Anche qualche tentativo di ripopolamento effettuato negli anni passati con il muflone (Ovis musimon) è andato fallito. Restano presenti ma in recinti, alcuni daini, ma non si può parlare di fauna selvatica né, ad onor del vero, si può prevedere un futuro per questi animali oggetto delle brame dei numerosi bracconieri che ancora trovano asilo in queste zone. Da questa pur sommaria analisi si rileva come l’area in esame sia di notevole valore ambientale, possegga elevata biodiversità e, nel contempo, sia estremamente sensibile per la precarietà di molti equilibri compromessi in gran parte da un uso non corretto del territorio e delle sue risorse. 5.5.1 Componenti faunistiche Invertebrati – insetti: lepidotteri specie Nome volgare Frequenza Status legale Normativa Distribuzione Zerynthia polyxena R P 94/43/CEE, all.IV L Papilio machaon Macaone F U Iphiclides podalirius Podalirio F U Aporia crataegi F U Anthocharis cardamines F U Gonopteryx rhamni F L Gonopteryx cleopatra F L Leptidea sinapis F U Pieris rapae C U Peiris brassicae C U Pontia daplidice C U Colias croceus C U Lasiommata megera F U VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE
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Diffusi, fra i cosiddetti toporagni (fam. soricidae), il toporagno comune (Sorex araneus) e, meno<br />
diffuso, il toporagno pigmeo (Sorex minutus).<br />
Ancora più rari e localizzati i toporagni legati all'ambiente acquatico. Nella nostra area sembra<br />
esistere il toporagno d'acqua (Neomys fodiens), nelle vicinanze di zone allagate con acque pulite.<br />
Ugualmente localizzato, ma comunque presente il topino pettirosso (Crocidura russula), i cui resti<br />
sono stati rinvenuti in borre di rapaci.<br />
Poco si sa sui pipistrelli sui quali mancano notizie certe.<br />
E' comunque documentata la presenza di rinolofidi fra cui il rinolofo ferro di cavallo (Rhinolophus<br />
hipposideros), <strong>dei</strong> vespertilionidi di cui il più comune è il pipistrello (Pipistrellus pipistrellus)<br />
seguito dal pipistrello orecchie di topo (Myotis myotis).<br />
Fra i lagomorfi è presente la lepre (Lepus capensis), ma la consistenza delle sue popolazioni va<br />
diminuendo progressivamente, sostenuta solo dai rilasci effettuati a scopo venatorio. A questo titolo<br />
c'è da dire, comunque, che per questo motivo spesso sono state rilasciate specie estranee al territorio<br />
per cui si può affermare che nel Subappennino esiste sì la lepre ma non si ha la certezza della sua<br />
posizione tassonomica (ibrido?, specie introdotta?, meticcio?).<br />
Fra i roditori è sicuramente presente il moscardino (Muscardinus avellanarius), il topo quercino<br />
(Elyomis quercinus) ed il ghiro (Glis glis). Per quest'ultimo la presenza è rivelata da resti alimentari<br />
e da recenti numerosi avvistamenti oltre che da esemplari morti rinvenuti sulle strade.<br />
Rare le arvicole, rappresentate essenzialmente dall'arvicola (Arvicola terrestris musignani), mentre<br />
più raro è il pitimio del savi (Pitymys savi) e la cui presenza è stata documentata da resti trovati<br />
nelle borre di rapaci notturni.<br />
Fra i topi propriamente detti si rilevano fondamentalmente due tipi: il topo selvatico (Apodemus<br />
sylvaticus) ed il topolino delle case (Mus musculus).<br />
Fra i ratti l'originario ratto nero (Rattus rattus) appare sostituito in molte zone dal ratto grigio o<br />
delle chiaviche (Rattus norvegicus).<br />
Nell'area subappenninica sono presenti entrambi.<br />
Molto dubbia è la presenza dell'istrice (Hystrix cristata). alcuni aculei trovati negli anni ottanta in<br />
zone poco frequentate possono far pensare ad un residuo nucleo sopravvissuto.<br />
I carnivori sono costituiti essenzialmente da due gruppi: mustelidi e canidi.<br />
Pare infatti scomparso il gatto selvatico (Felis sylvestris) o, quantomento, molto ridotto e<br />
localizzato, forse ibridato con gatti domestici inselvatichiti la cui presenza è di notevole portata.<br />
VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE