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parte 1 - Comunità Montana dei Monti Dauni meridionali

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PIT 10 SUB APPENNINO DAUNO Pagina 44 di 179<br />

I cacciatori esterni sembrano non seguire una caccia tradizionale puntando il loro interesse su tutto<br />

quanto sia cacciabile e, qualche volta, anche su specie protette.<br />

Consistente il fenomeno del bracconaggio che, sviluppandosi sia in ore che in periodi vietati,<br />

contribuisce in modo determinante all’impoverimento delle risorse naturali del comprensorio.<br />

Gli ambienti antropizzati<br />

L’uso del suolo finalizzato al ricavo di reddito diretto in campo agricolo si limita, nella stragrande<br />

maggioranza <strong>dei</strong> casi, alle colture seminative a grano duro con alternanza ciclica a girasole.<br />

Il grave problema derivante dall’attività agricola è costituito dalle arature su pendii eccessivi, dalle<br />

messe a coltura di zone a pascolo, dall’uso della chimica e dalla bruciatura delle stoppie che spesso<br />

si traduce in devastanti incendi boschivi.<br />

A riguardo del primo elemento, l’aratura su pendii troppo acclivi, oltre a compromettere la<br />

sicurezza degli operatori agricoli, è una delle cause prime <strong>dei</strong> dissesti del territorio, insieme alla<br />

messa a coltura delle aree a pascolo.<br />

D’altro canto, soprattutto in conseguenza degli ultimi eventi siccitosi gravanti soprattutto sulla<br />

pianura del Tavoliere, il Subappennino rimane una delle ultime zone ove la produttività <strong>dei</strong> terreni<br />

seminativi rimane piuttosto elevata spingendo quindi gli agricoltori all’ipersfruttamento di ogni area<br />

appena accessibile.<br />

Altrettanto dannoso appare l’uso eccessivo della chimica nelle pratiche agricole. Uso eccessivo<br />

spesso accompagnato all’incompetenza e all’incoscienza più assolute provocano inquinamenti<br />

anche gravi con ripercussioni potenziali sulla salute dell’uomo. Non è raro, infatti, trovare<br />

svolazzanti per il territorio involucri di pesticidi di prima classe abbandonati dagli agricoltori dopo<br />

l’uso, né è raro rilevare inquinamenti da eccesso di azoto nelle acque di abbeveratoi a monte della<br />

sorgente <strong>dei</strong> quali si trovano aree agricole seminative.<br />

Un ulteriore accenno va fatto sulle conseguenze che annualmente si manifestano a seguito della<br />

bruciatura delle stoppie effettuata, nella gran <strong>parte</strong> <strong>dei</strong> casi, senza il minimo rispetto delle più<br />

elementari regole di prudenza. Accensioni effettuate senza la preventiva realizzazione <strong>dei</strong> solchi<br />

frangifuoco a protezione di argini e boschi, accensione durante giornate di forte vento e nelle ore<br />

più calde, accensione ed abbandono del fuoco sono le principali cause della sua propagazione agli<br />

ambienti naturali.<br />

Solo nelle zone a quote più basse e in ambiti riparati si ritrova la coltura dell’olivo qualche volta<br />

associato al mandorlo e, più raramente, della vigna.<br />

VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE

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