Luigi Riccoboni, Il liberale per forza / L'italiano ... - irpmf - CNRS

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30 – Valentina Gallo [13] Mi perdonino adunque li più delicati e li amatori ed inteligenti della lingua italiana se non darò tragedie, e se cercarò dar comedie che più dillettino la vista che contentino l’intelletto, poiché il numero dei più questa volta la deve vincere sopra i pochi, ragione che mi persuade per se stessa. [14] Mi sento in vero solecitato nel componer comedie di tenermi al modo più difi cile e spiritoso, che è quello del viluppo; ma mi avvedo che lo stesso non mai abbastanza lodato Molieres e tutti quelli auttori che doppo lui son venuti hanno conosciuto che la nazione francese, di spirito vivace, non può assoggettarsi a stare tre ore nel teatro in attenzione per ascoltare una comedia di nodo intricato, e rendere le ore del passa tempo ore di aplicazione e di studio, e però saggiamente si sono appigliati alle comedie di carattere, nelle quali, se l’uditore si distrae nel tempo della comedia o giunge alla mettà di quella in teatro, sempre può godere di ciò che vede e, senza chiedere che cosa sino a quel tempo sia successo ed a quel fi ne tenda la favola, gusta e si diletta o di quel giocatore o di quel bugiardo, o di quel geloso o simile di cui vede immittato il costume; oltre di che io rifl etto che possa esservi qualche altra ragione, e da’ nostri antecessori pensata ancora, o da noi con l’esperienza conosciuta. [15] Una comedia di puro intrico non lascia allo spettatore doppo la prima rapresentazione il piacere della sorpresa, mentre gli attori, spogliati d’ogni carattere, poco interessandolo, non possono farlo godere di un intrico che la seconda volta conosce da principio a fi ne. [16] Questa verità, che è sì ben conosciuta in quelle comedie che sono tutte distese e scritte col dialoghismo, quanto più la sarà in quella sorta di comedie che si recita al’improviso, la quale è d’ordinario priva di tutte quelle bellezze che il pensiero, la vivacità e la sentenza rendono l’altra adornata, perché scritta dal suo auttore con somma attenzione e diligenza? [17] Nelle comedie di carattere non trova lo spettatore questo diffetto, mentre, nelle azioni della passione e del vizio che vede sul teatro dipinte, ha sempre di che godere, quantunque ad ogn’ora il motivo sia lo stesso e più volte replicato. [18] Né vorrei mi fosse opposto che facilmente posso ingannarmi nella mia opinione circa lo stare questa nazione tre ore in teatro con aplicazione per gustare l’intrico d’una comedia, poiché la nazione francese si assogettisse alla severa attenzione che richiedono le loro bellissime tragedie, e questa essere assai più grande di quanta potesse portarne la più intricata comedia; poiché risponderei che vi è bene un gran divario fra un tragedia e una comedia d’intrico. [19] Nella tragedia la condizione de’ gran personaggi, i loro nomi d’ordinario famosi nel’istoria, i gran fatti che ci rapresentano, le miserabili peripezie te impegnano non solo l’attenzione del’uditore, ma lo fanno entrare di tal sorte nella passione che lo riduce bene spesso ad adolorarsi e piangere, e questo impegno violenta lo spirito a tutta l’attenzione. [20] Il che non ci può venire in una comedia d’intrico, dove per ordinario, essendo gli attori de’ peggiori, i fatti sono ancora famigliari e non impegnano con tanto vigore lo spirito per farci entrare a parte del’azione, e starvi indispensabilmente con severa attenzione. © IRPMF, 2008 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

Luigi Riccoboni – 31 [25] Que les esprits plus délicats, que les amateurs de la langue italienne, et ceux qui en ont une plus grande connoissance me pardonnent donc si je ne leur donne pas des tragedies, et si je cherche à donner des comedies qui réjouissent plus les yeux des spectateurs, qu’elles ne satisfont leur jugement; le goût du plus grand nombre doit l’emporter en cette occasion, et c’est cette raison qui m’y détermine. [26] J’avouerai que je me sens tenté, lorsque je compose des comedies, de m’attacher au genre le plus diffi cile et le plus ingenieux; c’est à dire, à celui des pieces d’intrigue; mais j’observe que ce même Moliere, que je ne puis assez louer, et tous les auteurs qui l’ont suivi ont connu que la nation françoise, d’un esprit naturellement vif, ne peut s’assujettir à passer trois heures au theatre dans une attention continuelle, pour écouter une comedie d’intrigue, et faire d’un temps d’amusement, un temps d’étude et d’application fatigante. [27] Ainsi ils se sont sagement attachez aux comedies de caractere, dans lesquelles si le spectateur se distrait, ou s’il arrive après qu’elles sont commencées, il est toujours agreablement occupé de ce qu’il voit; et sans s’inquieter de ce qui s’est passé jusqu’alors, ni de ce qui fait le nœud de la piece, il jouit avec plaisir du spectacle que lui offre le portrait du joueur, du menteur, du jaloux, ou de tel autre caractere qui est représenté. [28] Entre ces raisons il me semble que l’on en pourroit encore ajoûter quelqu’autres, soit qu’elles ayent été connues aux anciens, soit que l’experience moderne nous les ait faites appercevoir. [29] Une piece de pure intrigue, ne laisse plus au spectateur le plaisir de la surprise après la premiere représentation, parce que les personnages étant dépouillez de tout caractere, et n’interessant guere le spectateur, il prend peu de plaisir à voir une intrigue qui lui est connue d’un bout à l’autre à la seconde représentation. [30] Cette verité, qui est reconnue à l’égard des comedies écrites, dans lesquelles le dialogue se trouve tout au long, doit être encore plus assurée pour les comedies jouées à l’improviste, qui d’ordinaire sont dépouillées de ces beautez, de ces traits d’esprit, de ces saillies, de ces pensées fi nes dont les autres sont ornées, et qui ont été écrites avec grand soin et grand travail. [31] Le spectateur ne trouve pas ce défaut dans les comedies de caractere, parce que les actions produites par la passion ont toujours de quoi lui plaire plusieurs fois, quoiqu’à chaque représentation le sujet soit toujours le même. [32] Je ne crains pas que l’on objecte contre la vivacité d’esprit, que je prétens empêcher les François de donner trois heures d’application, pour entendre avec plaisir l’intrigue d’une comedie, qu’ils s’assujettissent neanmoins à la severe attention que demandent leurs belles tragedies, et que cette attention est encore plus grande que celle qu’il faut donner à la comedie la plus intriguée. [33] Je répondrois à cette objection qu’il y a une grande difference entre une tragedie et une comedie d’intrigue. [34] Dans la tragedie, la condition relevée des personnages, leurs noms ordinairement fameux dans l’histoire, les grands évenemens qui arrivent, les peripeties ou coups de theatres propres à exciter la compassion; toutes ces choses non seulement attirent l’attention de l’auditeur, mais le font entrer de telle sorte dans la passion, qu’il est souvent réduit à s’affl iger et à verser des larmes; impression qui le force à donner toute son attention, la même chose ne peut avoir lieu dans une comedie d’intrigue, où les personnages étant pour l’ordinaire peu considerables, leurs actions ne s’élevent point au dessus de celles de la vie commune, et n’attachent point assez l’esprit pour lui faire prendre part à l’action, et y prêter necessairement une severe attention. © IRPMF, 2008 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

30 – Valentina Gallo<br />

[13] Mi <strong>per</strong>donino adunque li più delicati e li amatori ed inteligenti della lingua italiana<br />

se non darò tragedie, e se cercarò dar comedie che più dillettino la vista che contentino<br />

l’intelletto, poiché il numero dei più questa volta la deve vincere sopra i pochi, ragione che<br />

mi <strong>per</strong>suade <strong>per</strong> se stessa.<br />

[14] Mi sento in vero solecitato nel componer comedie di tenermi al modo più difi cile e<br />

spiritoso, che è quello del viluppo; ma mi avvedo che lo stesso non mai abbastanza lodato<br />

Molieres e tutti quelli auttori che doppo lui son venuti hanno conosciuto che la nazione<br />

francese, di spirito vivace, non può assoggettarsi a stare tre ore nel teatro in attenzione <strong>per</strong><br />

ascoltare una comedia di nodo intricato, e rendere le ore del passa tempo ore di aplicazione<br />

e di studio, e <strong>per</strong>ò saggiamente si sono appigliati alle comedie di carattere, nelle quali, se<br />

l’uditore si distrae nel tempo della comedia o giunge alla mettà di quella in teatro, sempre<br />

può godere di ciò che vede e, senza chiedere che cosa sino a quel tempo sia successo ed a<br />

quel fi ne tenda la favola, gusta e si diletta o di quel giocatore o di quel bugiardo, o di quel<br />

geloso o simile di cui vede immittato il costume; oltre di che io rifl etto che possa esservi<br />

qualche altra ragione, e da’ nostri antecessori pensata ancora, o da noi con l’es<strong>per</strong>ienza<br />

conosciuta. [15] Una comedia di puro intrico non lascia allo spettatore doppo la prima<br />

rapresentazione il piacere della sorpresa, mentre gli attori, spogliati d’ogni carattere, poco<br />

interessandolo, non possono farlo godere di un intrico che la seconda volta conosce da<br />

principio a fi ne. [16] Questa verità, che è sì ben conosciuta in quelle comedie che sono tutte<br />

distese e scritte col dialoghismo, quanto più la sarà in quella sorta di comedie che si recita<br />

al’improviso, la quale è d’ordinario priva di tutte quelle bellezze che il pensiero, la vivacità e<br />

la sentenza rendono l’altra adornata, <strong>per</strong>ché scritta dal suo auttore con somma attenzione<br />

e diligenza? [17] Nelle comedie di carattere non trova lo spettatore questo diffetto, mentre,<br />

nelle azioni della passione e del vizio che vede sul teatro dipinte, ha sempre di che godere,<br />

quantunque ad ogn’ora il motivo sia lo stesso e più volte replicato.<br />

[18] Né vorrei mi fosse opposto che facilmente posso ingannarmi nella mia opinione<br />

circa lo stare questa nazione tre ore in teatro con aplicazione <strong>per</strong> gustare l’intrico d’una<br />

comedia, poiché la nazione francese si assogettisse alla severa attenzione che richiedono<br />

le loro bellissime tragedie, e questa essere assai più grande di quanta potesse portarne la<br />

più intricata comedia; poiché risponderei che vi è bene un gran divario fra un tragedia e<br />

una comedia d’intrico. [19] Nella tragedia la condizione de’ gran <strong>per</strong>sonaggi, i loro nomi<br />

d’ordinario famosi nel’istoria, i gran fatti che ci rapresentano, le miserabili <strong>per</strong>ipezie te<br />

impegnano non solo l’attenzione del’uditore, ma lo fanno entrare di tal sorte nella passione<br />

che lo riduce bene spesso ad adolorarsi e piangere, e questo impegno violenta lo spirito a<br />

tutta l’attenzione. [20] <strong>Il</strong> che non ci può venire in una comedia d’intrico, dove <strong>per</strong> ordinario,<br />

essendo gli attori de’ peggiori, i fatti sono ancora famigliari e non impegnano con tanto<br />

vigore lo spirito <strong>per</strong> farci entrare a parte del’azione, e starvi indispensabilmente con severa<br />

attenzione.<br />

© IRPMF, 2008 – Les savoirs des acteurs italiens, collection dirigée par Andrea Fabiano

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