1 universita' degli studi della tuscia “viterbo” - Unitus DSpace
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sto proposito, Giovanni Rosadi ad un secolo dalla fondazione del Gabinetto letterario, ricorda: Gian Pietro Vieusseux volle piantare l’albero della scienza del bene. Aveva osservato che a Firenze non era altro gabinetto di lettura tranne una lurida bottega, la quale aveva soltanto due gazzette e dodici abbonati. […] Allora, ad un uomo come il Vieusseux, dall’avita abitudine di scambiare mercanzie e relazioni internazionali, innamorato degli ingegni, doveva parere uno scandalo per Firenze […] ed egli pensò che sarebbe stato utile uno stabilimento che raccogliesse gli scritti periodici più importanti d’Italia e di fuori e risolse di fondare un grande gabinetto, che intendeva chiamare Ateneo 118 . Chiaro fu, infatti, il desiderio da parte del Vieusseux di scuotere quel «état de lethargie» che aveva colpito la cultura italiana, e che come abbiamo visto parlando della diaspora del nostro patrimonio artistico, registrata negli stessi anni ad opera dei collezionisti stranieri, aveva risvegliato gli animi di altri illuminati intellettuali italiani. Guidato da uno spirito profondamente calato nell’illuminismo cosmopolita del suo tempo improntato sulla consapevolezza che “la potenza della nobiltà si basa sulla spada […] il borghese, per parte sua, è figlio del libro” 119 , il Vieusseux alla grave apatia che aveva colpito il nostro paese, piuttosto che con le parole preferì rispondere con i fatti. Con la creazione del Gabinetto letterario e della Biblioteca circolante, il Vieusseux garantiva a Firenze la possibilità di trovare «molte di quelle opere importanti sulle scienze e sulle lettere, e recenti, che si cercherebbero in vano nelle pubbliche biblioteche» 120 . Accanto a questa iniziativa, non vanno dimenticate altre numerose attività culturali collaterali di cui Vieusseux si fa promotore, dalla fondazione di 118 G. Rosadi, Nel centenario dell’Antologia…, op. cit. p. 5. 119 Cit. in P. Innocenti, Il Bosco e gli alberi. Storie di libri, storie di biblioteche, storie di idee, vol. 1, Firenze, 1984, p. 105. 120 Il futuro della lettura, M. Vivarelli (a cura di), Seminario di Massa Marittima, Grosseto e Pitigliano, 11,18,25 Ottobre, 1996, p. 268 62
alcune riviste [oltre l’Antologia, il Giornale agrario, la Guida dell’educatore e l’Archivio storico italiano] all’attività editoriale alla creazione di eventi culturali. In Francia, Inghilterra, Germania e Paesi Bassi, sin dall’inizio del ‘700 si erano moltiplicati stabilimenti simili a quello fiorentino che, nati dall’iniziativa di privati e tramite un abbonamento, permettevano di leggere in sede giornali e libri. Tra le prime subscription libraries che fecero la loro comparsa in Inghliterra, va ricordata quella fondata in Scozia nel 1745, che così viene descritta: A public library, which has existed upwards of forty years, and can now boast of a collection of the best modern authors, being regularly supplied with every publication of merit; together with a coffee-house supplied with the London, Edinburgh and Kelso newspapers, have contributed to render them [the higher classes of inhabitants] not less intelligent than agreeable. The proprietors of the library have lately resolved to erect a neat elegant house for the books, and for the accommodation of the librarian 121 . Nella descrizione di un luogo particolarmente accogliente che intendeva conciliare le lettura e la meditazione, ritornano alla mente le caratteristiche del Gabinetto Vieusseux che sin dalle prime intenzioni del suo fondatore, doveva essere contrassegnato da spazi piacevoli e adatti all’incontro e al dialogo tra le persone di nazionalità diverse: […] tre stanze per la lettura ed una sala per la conversazione vi si trovano disposte in guisa da renderne la frequentazione piacevole al par che utile ai signori concorrenti, i quali non avranno a desiderare quanto alla illuminazione, alla comodità ed ai mezzi di riscaldarsi nell’inverno 122 . 121 Cit. in T. Kelly, Early Public Libraries : a History of Public Libraries in Great Britain before 1850, Londra, 1966, p. 124 122 Lettera di Vieusseux a Sismondi, 1819, cit. in L. Desideri, “Storia di un gabinetto di lettura…”, op. cit., p. 195. 63
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In Francia, Inghilterra, Germania e Paesi Bassi, sin dall’inizio del ‘700<br />
si erano moltiplicati stabilimenti simili a quello fiorentino che, nati<br />
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così viene descritta:<br />
A public library, which has existed upwards of forty years, and can now boast of a<br />
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have contributed to render them [the higher classes of inhabitants] not less intelligent<br />
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Nella descrizione di un luogo particolarmente accogliente che intendeva<br />
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[…] tre stanze per la lettura ed una sala per la conversazione vi si trovano disposte in<br />
guisa da renderne la frequentazione piacevole al par che utile ai signori concorrenti, i quali<br />
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Cit. in T. Kelly, Early Public Libraries : a History of Public Libraries in Great Britain before 1850, Londra,<br />
1966, p. 124<br />
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Lettera di Vieusseux a Sismondi, 1819, cit. in L. Desideri, “Storia di un gabinetto di lettura…”, op. cit., p.<br />
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