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05.06.2013 Views

[…] le faticose escursioni a traverso le ardenti sabbie dell’Africa, le ancor più audaci spedizioni fra i ghiacci polari meritavano che loro venissero consacrate parecchie pagine. Quindi non sarà sembrato agli Italiani di essersi occupati troppo del Belzoni, il quale vediamo con tanto maggior piacere comparire in iscena, in quanto che l’Italia non poteva da gran tempo annoverare un suo viaggiatore 114 . Un anno dopo, in una lettera del 1823, il Vieusseux ribadiva ancora l’importanza delle imprese di viaggio per accrescere il patrimonio culturale dell’umanità: […] l’Egitto che risorge sotto il regime vigoroso d’un Mehemed Ali; le repubbliche indipendenti dell’America meridionale che stringono libere relazioni di amicizia e di commercio con quelle potenze europee con le quali era loro vietato di comunicare, la Grecia che ritorna famosa […] la stampa che moltiplica i buoni libri alla nuova Olanda, a Clacutta, ed all’estremità dell’America, ugualmente che sulle rive del Tamigi; uno stuolo di intrepidi viaggiatori che si addentrano nei deserti dell’Africa di mezzo ed altri che proseguono le loro ardimentose ricerche sotto i ghiacci eterni del polo; la speranza di vedere il più illustre fra i viaggiatori dirigere i suoi passi verso il pianoro centrale dell’Asia, e condurre ad effetto la più bella idea di viaggio che cadesse in mente umana; quale immenso campo di meditazioni e di piaceri per gli uomini tutti che hanno il sentimento dell’eccellenza della loro natura 115 Nelle pagine della sua Antologia, Vieusseux segnalava testi come: G. B. Belzoni Viaggio in Egitto e in Nubia, Milano, 1825-1826; quello del Capitano W. E. Parry, Voyage fait en 1819 et 1820 …pour découvrir un passage du Nord –Ouest de l’Océan Pacifique à la mer Pacifique, Paris, 1822; F. Cailliaud, Voyage á Méroé, au Fleuve blanc au-delà de Fâzoql fait dans les anées 1819, 1820, 1821 et 1822, Paris 1826-1827. Per la conoscenza del nostro paese da parte dei viaggiatori stranieri, indicava, inoltre, Lettres sur l’Italie di A. L. Castellan o di J. A. Galiffe Italy and its inhabitants: an account of a Tour in that country in 1816 and 1817 116 . 114 Ivi, p. 135. 115 Ivi, p. 136 116 A questo proposito, si veda lo spoglio bibliografico eseguito da Laura Desideri su quattro riviste, l’Antologia, la Biblothèque Universelle des Sciences, Belles-Lettres er Arts Littérature, The Edinburgh Review e The Quarterly Review, in riferimento al materiale odeporico pubblicato nella prima metà dell’800. In particolare risultano interessanti i titoli di resoconti di viaggio menzionati nell’Antologia per comprendere l’importanza che essi ricoprono nella rivista del Vieusseux, L. Desi- 60

A sua volta intrepido viaggiatore e protagonista di numerosi viaggi tra cui il più importante quello realizzato dal 1814 al 1817 da Livorno a Costantinpoli, Giovan Pietro Vieusseux aveva avuto modo di entrare in contatto con le novità in campo culturale ed editoriale più in voga nel panorama europeo della sua epoca. È molto probabile, infatti, che fu in occasione di queste esperienze e guardando all’esempio di altri paesi, che Vieusseux pensò di fondare un gabinetto letterario a Firenze, che malgrado la sua atipicità nella realtà italiana, costituiva una istituzione piuttosto diffusa nel resto dei paesi europei. A proposito dell’importazione in Italia di modelli culturali dall’estero nel XIX secolo, Maria Iolanda Palazzolo fa notare: Intorno alla metà del secolo fanno la loro prima comparsa nuovi modelli di organizzazione, che esercitano un grande potere di attrazione presso le forze intellettuali. Si tratta delle prime avvisaglie di quello sviluppo dell’industria editoriale che in Italia si afferma solo alla fine del secolo XIX. All’inizio si tratta di modelli importati dall’estero, che fanno fatica ad imporsi nel panorama culturale italiano, dominato ancora da un mercato librario frammentato ed asfittico; hanno vita difficile ad esempio – tranne qualche illustre esempio come il Gabinetto Vieusseux – i primi gabinetti di lettura, che basano la loro esistenza sulla felice intuizione di una sempre maggiore e più rapida necessità d’informazione su tutto ciò che offre, anche al di là degli oceani, la produzione culturale 117 . Allo stesso tempo, giocò un ruolo fondamentale la visione pragmatica che il ginevrino aveva senza dubbio maturato in un passato di attività come agente di commercio, che gli permise di individuare, una volta giunto a Firenze nel 1817, una grave lacuna nella evidente mancanza di gabinetti letterari pubblici, inaccettabile per una città dall’affermato prestigio culturale. A que- deri, Spoglio Bibliografico in “Notizie di viaggi lontani. L’esplorazione extraeuropea nei periodici del primo Ottocento, 1815-1845”, a cura di M. Bossi, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Napoli, 1984, pp. 612-718 117 M. I. Palazzolo, I salotti di cultura nell’Italia dell’800.., op. cit., p. 21. 61

A sua volta intrepido viaggiatore e protagonista di numerosi viaggi tra<br />

cui il più importante quello realizzato dal 1814 al 1817 da Livorno a Costantinpoli,<br />

Giovan Pietro Vieusseux aveva avuto modo di entrare in contatto con<br />

le novità in campo culturale ed editoriale più in voga nel panorama europeo<br />

<strong>della</strong> sua epoca.<br />

È molto probabile, infatti, che fu in occasione di queste esperienze e<br />

guardando all’esempio di altri paesi, che Vieusseux pensò di fondare un gabinetto<br />

letterario a Firenze, che malgrado la sua atipicità nella realtà italiana,<br />

costituiva una istituzione piuttosto diffusa nel resto dei paesi europei.<br />

A proposito dell’importazione in Italia di modelli culturali dall’estero<br />

nel XIX secolo, Maria Iolanda Palazzolo fa notare:<br />

Intorno alla metà del secolo fanno la loro prima comparsa nuovi modelli di organizzazione,<br />

che esercitano un grande potere di attrazione presso le forze intellettuali. Si tratta<br />

delle prime avvisaglie di quello sviluppo dell’industria editoriale che in Italia si afferma solo<br />

alla fine del secolo XIX. All’inizio si tratta di modelli importati dall’estero, che fanno fatica<br />

ad imporsi nel panorama culturale italiano, dominato ancora da un mercato librario frammentato<br />

ed asfittico; hanno vita difficile ad esempio – tranne qualche illustre esempio come il<br />

Gabinetto Vieusseux – i primi gabinetti di lettura, che basano la loro esistenza sulla felice intuizione<br />

di una sempre maggiore e più rapida necessità d’informazione su tutto ciò che offre,<br />

anche al di là <strong>degli</strong> oceani, la produzione culturale 117 .<br />

Allo stesso tempo, giocò un ruolo fondamentale la visione pragmatica<br />

che il ginevrino aveva senza dubbio maturato in un passato di attività come<br />

agente di commercio, che gli permise di individuare, una volta giunto a Firenze<br />

nel 1817, una grave lacuna nella evidente mancanza di gabinetti letterari<br />

pubblici, inaccettabile per una città dall’affermato prestigio culturale. A que-<br />

deri, Spoglio Bibliografico in “Notizie di viaggi lontani. L’esplorazione extraeuropea nei periodici del primo<br />

Ottocento, 1815-1845”, a cura di M. Bossi, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, Napoli, 1984,<br />

pp. 612-718<br />

117 M. I. Palazzolo, I salotti di cultura nell’Italia dell’800.., op. cit., p. 21.<br />

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