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1 universita' degli studi della tuscia “viterbo” - Unitus DSpace

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Niccolò Tommaseo, primo biografo di Giovan Pietro Vieusseux, fa<br />

luce sulla preziosità documentaria di questi registri, quando nel 1863 scrive:<br />

Documento di storia e curiosità preziosa ai cercatori di autografi e a chi dalla mano<br />

di scritto arguisce l’indole dello scrivente, sono i registri dove i forestieri segnano di proprio<br />

pugno il nome loro e il libro che chieggono. Del passare che fecero da Firenze tanti uomini<br />

notabili nello spazio di tanti anni, non rimarrà forse traccia che in què registri 103 .<br />

A più di mezzo secolo dalle parole di Tommaseo, Alessandro Bonsanti,<br />

nel 1937, rimarcava ancora l’importanza di tali registri quali preziosi strumenti<br />

di indagine sulla presenza di stranieri a Firenze, sottolineando quello<br />

che evidentemente fu il fil rouge del Gabinetto letterario, la sua<br />

internazionalità:<br />

Sfogliando questi registri, accuratamente conservati, si può avere forse come non sarebbe<br />

possibile altrimenti un’idea completa <strong>della</strong> vita intellettuale e mondana di Firenze in<br />

quel primo terzo di secolo; firme autografe di sovrani, ministri, ambasciatori, [fra le prime<br />

firme, subito dopo l’inaugurazione del Gabinetto, quella del Ministro d’Austria presso il<br />

Granduca], sono accanto a firme di uomini illustri nelle lettere e nelle scienze, e di semplici<br />

sconosciuti privati, dai nomi ugualmente carichi di significato 104 .<br />

La sua fondazione nel 1819, in Palazzo Buondelmonti, veniva accolta<br />

in maniera entusiasta da un avviso, un vero e proprio manifesto di apertura del<br />

Gabinetto Vieusseux, che celebrava Firenze quale nuova Atene e che soprattutto<br />

metteva in evidenza il carattere cosmopolita che la città aveva acquistato<br />

in quegli anni:<br />

I Monumenti del Genio che ad ogni passo s’incontrano percorrendo l’Italia, la rimembranza<br />

di essere in essa risorte a nuova vita le scienze e le belle arti, e d’averle accolte<br />

profughe dalla Grecia, riaccendendo così la face del sapere Europeo, tutto richiama nel suo<br />

grembo i dotti di ogni Nazione, i quali vengono in sacro pellegrinaggio a venerare quella<br />

classica terra Ch’Appennin parte, il mar circonda, e l’alpe. I viaggiatori, per la maggior parte<br />

certamente istruiti, prolungano più che altrove il soggiorno a Firenze, detta, a ragione l’Atene<br />

d’Italia, ove il gran numero <strong>degli</strong> scienziati, le magnifiche biblioteche, i capi d’opera ed i no-<br />

103 Cit. in Studi e testimonianze offerte a Luigi Crocetti.., op. cit., p. 161<br />

104 Ivi, p. 162<br />

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