1 universita' degli studi della tuscia “viterbo” - Unitus DSpace
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È interessante notare, inoltre, come furono soprattutto le viaggiatrici<br />
straniere, residenti in Italia, piuttosto che i loro colleghi uomini, a mostrare<br />
una maggiore sensibilità per la causa politica italiana. Alle appassionate note<br />
patriottiche di Lady Browning, fanno eco quelle di un’altra connazionale profondamente<br />
innamorata dell’Italia, Anna Jameson, che nel 1858<br />
dall’Inghilterra scriveva che «il nostro governo pende verso l’Austria e diffida<br />
<strong>della</strong> Francia. Ma gli inglesi, quasi in totalità, siano Whig Tory Liberali o no,<br />
sono per la liberazione dell’Italia e per quella prego anch’io» 92 . Allo stesso<br />
modo l’americana, Margaret Fuller, nel 1848, scriveva di essere «profondamente<br />
interessata a questo dramma pubblico, e desidero di vederne il compimento.<br />
Credo di avervi la mia parte, o di attrice o di storica. Se me ne tornassi<br />
via mi parrebbe di essere costretta a lasciare la mi propria casa, la mia gente, e<br />
l’ora che ho sempre sognato» 93 o la mazziniana Jessie White che arrivò nel<br />
1857 a Genova per prendere parte alle sommosse insurrezionali italiane e che<br />
fu convinta discepola di Garibaldi che seguì sino alla morte sul campo di battaglia.<br />
Per diffondere gli ideali risorgimentali italiani, alcuni intellettuali inglesi<br />
residenti a Firenze, tra cui Thomas Adolphus Trollope, fondarono negli<br />
anni ’40 dell’800 un giornale, il Tuscan Athenaeum col fine di far conoscere<br />
dentro e fuori l’Italia i progressi <strong>della</strong> nuova Toscana libera, promuovendo gli<br />
ideali che andavano oltre il patriottismo regionale, guardando all’unificazione<br />
italiana. Dalle pagine di questo giornale si alzavano voci patriottiche che incitavano<br />
i fratelli italiani alla ribellione. Nel Canto mattutino dell’Italia scritto<br />
da Teodosia Garrow, si legge:<br />
92 Ivi , p. 175<br />
93 Ivi , p. 243<br />
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