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05.06.2013 Views

intellettuali italiani, l’importanza di una destinazione pubblica come luogo di conservazione: Di Belle Arti si parlerà in modo da promuovere quel senso squisito di esse, che è come patrimonio degli italiani, e quel modo filosofico di vederle, al quale siamo richiamati dall’indole del secol nostro. E si cercherà di richiamarle alla loro più illustre destinazione, quella cioè di innalzar le menti, di consacrar sentimenti di patria; e non di lusingare il fasto privato coll’apparenza dello splendore e consolar l’ozio e la servitù» 83 . Accanto alla perdita di dipinti e sculture, va ricordata la dispersione del patrimonio librario, che come gli oggetti d’arte figurativa, andò in questi anni ad arricchire il mercato antiquario in tutto il mondo. Così Flavia Cristiano, nel suo intervento Biblioteche private e antiquariato librario ricorda «la dispersione sempre più frequente e diffusa di biblioteche nobiliari e la circolazione di libri ecclesiastici, incrementata dalle successive soppressioni delle corporazioni religiose stimola il farsi e il disfarsi di collezioni ad opera di studiosi e professionisti che vengono a ingrossare le fila del collezionismo librario» 84 . Anche in questo caso, su iniziativa di singoli illuminati intellettuali italiani, si sentì l’esigenza di fare un censimento delle biblioteche pubbliche e private al fine di arginare un fenomeno drammatico che per tutto l’800 aveva visto la dispersione di un ingente patrimonio librario fuori dai confini nazionali. Il progetto che aveva preso avvio nel 1889 «con la richiesta ai Prefetti di compilare, ciascuno per la provincia di competenza, un elenco delle biblioteche governative, provinciali, comunali, di accademie, di istituti, di scuole, di collegi, di seminari e anche delle biblioteche private, qualora esse fossero, per 83 Cit. in Gli scritti d’arte della antologia di G. P. Vieusseux 1821-1833, a cura di P. Barocchi, Firenze, 1979, v. 6, p. 14. 84 F. Cristiano, Biblioteche private e antiquariato librario in “Biblioteche nobiliari e circolazione del libro…” op. cit., p. 87. 46

la cortesia dei rispettivi proprietari, accessibili agli studiosi» 85 , confluì nella pubblicazione, nel 1893, del primo volume della Statistica delle Biblioteche. L’indagine sul patrimonio librario e quella indetta negli anni dell’Unità d’Italia sul patrimonio artistico, attuate dopo anni di saccheggi, grazie a pochi intellettuali italiani che si erano battuti per arginare il fenomeno della diaspora dei beni artistici, non fecero altro che prendere atto di fenomeni drammatici su cui l’Italia non si era mai interrogata prima. Aldilà della tragica realtà che mettevano in evidenza questi censimenti e le voci di pochi italiani illuminati che si mobilitarono per denunciare tali fenomeni, non c’è dubbio che loro fu il merito di sollevare la coscienza pubblica davanti ad un fenomeno che l’Italia, poco incline alla conservazione del suo patrimonio culturale, non aveva mai preso in considerazione. La drammatica diaspora di tesori d’arte italiani ad opera dei collezionisti stranieri, fece sì che l’Italia realizzasse per la prima volta l’importanza esclusiva del suo patrimonio nel panorama mondiale. Fu grazie ai viaggiatori stranieri e all’attenzione che essi riservarono per secoli alle nostre opere d’arte, che gli italiani compresero, seppure in tempi troppo recenti 86 l’importanza di conservare un patrimonio che tutto il mondo ci ha da sempre invidiato. Parafrasando le parole di Cesare De Seta, ancora una volta, il nostro paese prese coscienza di sé nello specchio del Grand Tour, nell’azione e nelle parole che i viaggiatori stranieri dedicarono all’Italia 87 . 85 Ivi, p. 88 86 A questo proposito si ricordi che la prima legge di tutela del patrimonio artistico italiano che poneva limitazioni al commercio e all’esportazione di oggetti d’arte e di antichità di particolare valore, fu emanata dal Governo italiano solo nel 1902. La legge che fu leggermente modificata nel 1909, raggiunse poi la sua forma definitiva nel 1939, con la famosa legge n. 1089, ancora oggi la legge vigente in materia di tutela del patrimonio culturale. 87 Cfr. C. de Seta, L' Italia del Grand Tour : da Montaigne a Goethe, Napoli, 1992 47

la cortesia dei rispettivi proprietari, accessibili agli <strong>studi</strong>osi» 85 , confluì nella<br />

pubblicazione, nel 1893, del primo volume <strong>della</strong> Statistica delle Biblioteche.<br />

L’indagine sul patrimonio librario e quella indetta negli anni<br />

dell’Unità d’Italia sul patrimonio artistico, attuate dopo anni di saccheggi,<br />

grazie a pochi intellettuali italiani che si erano battuti per arginare il fenomeno<br />

<strong>della</strong> diaspora dei beni artistici, non fecero altro che prendere atto di fenomeni<br />

drammatici su cui l’Italia non si era mai interrogata prima.<br />

Aldilà <strong>della</strong> tragica realtà che mettevano in evidenza questi censimenti<br />

e le voci di pochi italiani illuminati che si mobilitarono per denunciare tali fenomeni,<br />

non c’è dubbio che loro fu il merito di sollevare la coscienza pubblica<br />

davanti ad un fenomeno che l’Italia, poco incline alla conservazione del<br />

suo patrimonio culturale, non aveva mai preso in considerazione. La drammatica<br />

diaspora di tesori d’arte italiani ad opera dei collezionisti stranieri, fece sì<br />

che l’Italia realizzasse per la prima volta l’importanza esclusiva del suo patrimonio<br />

nel panorama mondiale.<br />

Fu grazie ai viaggiatori stranieri e all’attenzione che essi riservarono<br />

per secoli alle nostre opere d’arte, che gli italiani compresero, seppure in tempi<br />

troppo recenti 86 l’importanza di conservare un patrimonio che tutto il mondo<br />

ci ha da sempre invidiato. Parafrasando le parole di Cesare De Seta, ancora<br />

una volta, il nostro paese prese coscienza di sé nello specchio del Grand Tour,<br />

nell’azione e nelle parole che i viaggiatori stranieri dedicarono all’Italia 87 .<br />

85 Ivi, p. 88<br />

86 A questo proposito si ricordi che la prima legge di tutela del patrimonio artistico italiano che poneva limitazioni<br />

al commercio e all’esportazione di oggetti d’arte e di antichità di particolare valore, fu emanata dal<br />

Governo italiano solo nel 1902. La legge che fu leggermente modificata nel 1909, raggiunse poi la sua forma<br />

definitiva nel 1939, con la famosa legge n. 1089, ancora oggi la legge vigente in materia di tutela del patrimonio<br />

culturale.<br />

87 Cfr. C. de Seta, L' Italia del Grand Tour : da Montaigne a Goethe, Napoli, 1992<br />

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