1 universita' degli studi della tuscia “viterbo” - Unitus DSpace
1 universita' degli studi della tuscia “viterbo” - Unitus DSpace 1 universita' degli studi della tuscia “viterbo” - Unitus DSpace
The English and Russians have been great purchaser of Antiquities…the English Ladies go about collecting parts of the Coloseum, the Baths of Caracolla […] 76 . Molti italiani piuttosto che aspettare i cacciatori stranieri di opere italiane, li raggiungevano direttamente nei loro paesi. E’ questo il caso testimoniato da Lady Ellenborough, che nel 1819, scrivendo da Parigi all’amico T.S. Lawrence, chiede una lettera di introduzione per un certo Sig. Bianchetti, che viaggia in Inghilterra per vendere una collezione di opere d’arte: «1819, April, 16, Hotel de Paris, Rue de Rivoli. Dear Sir Thomas, may I take the liberty of presenting to you Sig. Bianchetti who is just arrived here from Bologne on his way to England with a large collection of pictures, which he whishes to dispose of» 77 . Di fronte all’inerzia di un paese che destinava a perdita sicura i tesori d’arte italiani, vi furono poche voci di intellettuali che si sollevarono per denunciare il tragico fenomeno. All’indomani della demaniazione dei beni ecclesiastici in seguito alla soppressione degli ordini religiosi, Giovanni Morelli, il noto conoscitore italiano protagonista dello scenario culturale europeo, metteva in guardia il governo italiano e rivolgendosi al Ministro della Pubblica Istruzione, Francesco De Sanctis, chiedeva l’autorizzazione a «prendere accurata nota di tutti gli oggetti sparsi nelle varie chiese, conventi ed altri luoghi pubblici soggetti a soppressione, e pigliare tutti quei provvedimenti che servir possono a impedire l’ulteriore sperpero di tante preziose opere d’arte, le quali, essendo già da molto tempo negli occhi e nel desiderio di vari direttori di Pinacoteche straniere, corrono ora più che mai il rischio di andare per sempre 76 Dalla corrispondenza privata di D.H. Lawrence conservata nella Bodleian Library di Oxford, manoscritto LAW/4/328, Rome 1825. 77 Ivi, manoscritto LAW/4/318, 16 April, 1819 44
perdute all’Italia» 78 . Alla base di questa ricognizione del patrimonio artistico italiano che confluì nel famoso Inventario delle opere d’arte di Umbria e Marche 79 , scritto da Giovanni Morelli e Giovanni Battista Cavalcaselle, era un progetto che i due eruditi coltivavano da tempo, quello di creare musei regionali e soprattutto l’istituzione di una grande Galleria Nazionale a Firenze. Morelli, che definì Eastlake «l’indefesso accaparratore» 80 riferendosi alle 139 opere italiane che egli riuscì a trasferire dall’Italia nel museo nazionale inglese nel decennio in cui ne fu direttore, si batté tenacemente per frenare i «principi e duchi, conti e marchesi, prelati e canonici che andarono a gara nel convertire le avite opere d’arte dei nostri grandi maestri in oro straniero» 81 , ma senza successo. Pochi anni dopo, il 13 Luglio del 1867, Alessandro Manzoni, scriveva al Conte Carlo Lochis da Londra, amareggiato dinnanzi ai numerosi capolavori d’arte italiani che era possibile ammirare nelle sale dei musei londinesi: La Galleria Nazionale sono certo piacerebbe a te pure immensamente, poiché non ha che roba scelta […] Dico la verità che mi piangeva il cuore a vedere il Perugino già in casa Melzi, bandito così a lungo da casa sua e così pure lo storico quadro della famiglia di Dario davanti ad Alessandro di Paolo Veronese, già proprietà Pisani. Anche di quei cari toscani ve ne sono di bellissimi […] una delle prime domande che mi fece il direttore della galleria, Signor Boxall fu, se non conoscessi delle buone raccolte in vendita in Italia» 82 . Anche Gino Capponi nel suo progetto di un Archivio di letteratura, nel 1819, ricordava la funzione del patrimonio artistico italiano di promozione dei valori civici e di appartenenza nazionale e quindi rimarcava, come gli altri 78 Cit. in J. Anderson, I taccuini marchigiani di Giovanni Morelli in Giovanni Battista Cavalcaselle conoscitore e conservatore, a cura di A. C. Tommasi, Atti del Convegno di Studi, Venezia 1998, p. 86 79 Catalogo delle opere d’arte nelle Marche e nell’Umbria di G.B. Cavalcaselle e di G. Morelli, 1861 – 1862 in “Le Gallerie nazionali italiane”, Notizie e documenti a cura del Ministero della Pubblica Istruzione, II, 1896. 80 Cit. in J. Anderson, I taccuini marchigiani di Giovanni Morelli..op. cit. p. 94 81 C. T.Dowd, The Travel Diaries of Otto Mündler…op. cit., p. 53.. 82 Ivi, p. 40. 45
- Page 1 and 2: UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA TUS
- Page 3 and 4: PARTE PRIMA INDICE PREMESSA p. 4 CA
- Page 5 and 6: Parte di questa ricerca sarà inolt
- Page 7 and 8: Malgrado i quattro secoli che separ
- Page 9 and 10: A rimarcare ancora che pur nella va
- Page 11 and 12: field and wander away, and gaze, an
- Page 13 and 14: In their luggage they carried guide
- Page 15 and 16: Anche un illustre viaggiatore, Ralp
- Page 17 and 18: strumenti anche per lo storico dell
- Page 19 and 20: S. Catherine and two angels playing
- Page 21 and 22: Spesso accadeva che gli intrepidi p
- Page 23 and 24: La visita alle collezioni di opere
- Page 25 and 26: gnare il nostro paese osservandone
- Page 27 and 28: pito da alcuni affreschi in cui, in
- Page 29 and 30: tensità, i viaggi nel nostro paese
- Page 31 and 32: il viaggiatore era e si sentiva pre
- Page 33 and 34: we afterwards set out to travel to
- Page 35 and 36: La bellezza di Firenze non lasciò
- Page 37 and 38: pochissimo, pochi dazi, gran quanti
- Page 39 and 40: […] a just appreciation of Italia
- Page 41 and 42: Una appassionata viaggiatrice ingle
- Page 43: nare opere d’arte con cui abbelli
- Page 47 and 48: la cortesia dei rispettivi propriet
- Page 49 and 50: È interessante notare, inoltre, co
- Page 51 and 52: In uno studio sul ruolo di epicentr
- Page 53 and 54: forte, per dirlo con le parole di C
- Page 55 and 56: Niccolò Tommaseo, primo biografo d
- Page 57 and 58: […] a côté de ses vieux et doct
- Page 59 and 60: italiana dei più interessanti arti
- Page 61 and 62: A sua volta intrepido viaggiatore e
- Page 63 and 64: alcune riviste [oltre l’Antologia
- Page 65 and 66: Dall’analisi dei registri di pres
- Page 67 and 68: Malgrado l’apertura del gabinetto
- Page 69 and 70: stanza ed erano in grado di dare le
- Page 71 and 72: che percorrono le strade del mondo
- Page 73 and 74: Viaggiano spesso sole, eleggendo il
- Page 75 and 76: interagire con culture diverse e di
- Page 77 and 78: l’autrice registra le proprie imp
- Page 79 and 80: seux. In queste pagine tra centinai
- Page 81 and 82: paesi stranieri, di Virginia, che s
- Page 83 and 84: degli stranieri in transito per il
- Page 85 and 86: viaggio, terminava dicendo: «moder
- Page 87 and 88: Non sappiamo con esattezza quali, q
- Page 89 and 90: strarono costantemente nei propri p
- Page 91 and 92: Turkey, [166308-Ffie], la Fielden a
- Page 93 and 94: den, 2/4/4». Numerose sono anche l
The English and Russians have been great purchaser of Antiquities…the English<br />
Ladies go about collecting parts of the Coloseum, the Baths of Caracolla […] 76 .<br />
Molti italiani piuttosto che aspettare i cacciatori stranieri di opere italiane,<br />
li raggiungevano direttamente nei loro paesi. E’ questo il caso testimoniato<br />
da Lady Ellenborough, che nel 1819, scrivendo da Parigi all’amico T.S.<br />
Lawrence, chiede una lettera di introduzione per un certo Sig. Bianchetti, che<br />
viaggia in Inghilterra per vendere una collezione di opere d’arte: «1819, April,<br />
16, Hotel de Paris, Rue de Rivoli. Dear Sir Thomas, may I take the liberty<br />
of presenting to you Sig. Bianchetti who is just arrived here from Bologne<br />
on his way to England with a large collection of pictures, which he<br />
whishes to dispose of» 77 .<br />
Di fronte all’inerzia di un paese che destinava a perdita sicura i tesori<br />
d’arte italiani, vi furono poche voci di intellettuali che si sollevarono per denunciare<br />
il tragico fenomeno. All’indomani <strong>della</strong> demaniazione dei beni ecclesiastici<br />
in seguito alla soppressione <strong>degli</strong> ordini religiosi, Giovanni Morelli,<br />
il noto conoscitore italiano protagonista dello scenario culturale europeo, metteva<br />
in guardia il governo italiano e rivolgendosi al Ministro <strong>della</strong> Pubblica<br />
Istruzione, Francesco De Sanctis, chiedeva l’autorizzazione a «prendere accurata<br />
nota di tutti gli oggetti sparsi nelle varie chiese, conventi ed altri luoghi<br />
pubblici soggetti a soppressione, e pigliare tutti quei provvedimenti che servir<br />
possono a impedire l’ulteriore sperpero di tante preziose opere d’arte, le quali,<br />
essendo già da molto tempo negli occhi e nel desiderio di vari direttori di Pinacoteche<br />
straniere, corrono ora più che mai il rischio di andare per sempre<br />
76<br />
Dalla corrispondenza privata di D.H. Lawrence conservata nella Bodleian Library di Oxford, manoscritto<br />
LAW/4/328, Rome 1825.<br />
77<br />
Ivi, manoscritto LAW/4/318, 16 April, 1819<br />
44