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1 universita' degli studi della tuscia “viterbo” - Unitus DSpace

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pochissimo, pochi dazi, gran quantità di ricchi forestieri e di divertimento di<br />

ogni specie» 60 . Anche l’autore di Handbooks for travellers, Murray, segnalva:<br />

«As a place for living, Florence is perhaps the cheapest in Italy».<br />

L’immagine di una Firenze cosmopolita che restituisce Willis nel<br />

1864 di una «società mista di tutte le nazionalità», viene richiamata da Shelley<br />

che scrivendo da Firenze parla dell’Italia come il «paradiso <strong>degli</strong> esuli» 61 .<br />

George Augustus Sala descrisse la Firenze <strong>degli</strong> anni sessanta come una città<br />

curiosamente ibrida, in cui «English boarding houses elbow Italian locandas;<br />

English bakers sell you captain’s biscuits and pound-cakes; and Dr. Broomback’s<br />

Academy for the Sons of Gentlemen is within twenty minutes’ walk of<br />

the Pitti Palace» 62 .<br />

Già nel varcarne le frontiere, dove persino i doganieri erano noti per la<br />

loro tolleranza, appariva evidente come Firenze fosse una città in cui il clima<br />

di tranquillità politica instaurato da un monarca illuminato come il Granduca<br />

Leopoldo II, unito alle bellezze artistiche notorie in tutto il mondo, nonché la<br />

«pretty and cheerful» campagna che si raccoglieva intorno alle colline toscane,<br />

facessero di Firenze un oasi di pace e benessere unica tra le cento città<br />

d’Italia. Giovanni Rosadi, nel 1921, in occasione del Centenario <strong>della</strong> fondazione<br />

del Gabinetto Vieusseux, ricordando i motivi per cui il mercante ginevrino<br />

elesse Firenze a dimora <strong>della</strong> sua istituzione letteraria, dichiara:<br />

Qui la mitezza del governo, giustificata da quella dei sudditi, comportava più largo<br />

respiro di libertà: non vietati i libri e i giornali, la censura delle pubblicazioni discreta, permesso<br />

il caro sfogo di ridere delle cose serie e l’uso <strong>della</strong> satira delle facete, tranquilla<br />

l’ospitalità dei forestieri, fossero esuli o disagiati in altri luoghi, <strong>studi</strong>osi delle nostre dovizie<br />

o amabilmente riposati qui come in un porto senza quarantena 63 .<br />

60 Cfr. D. Levi, William Blundell Spence a Firenze…, op. cit., p. 89.<br />

61 Cit. in A. Treves, Anglo fiorentini di cento anni fa, op. cit., p. 24<br />

62 Cit. in J. Pemble, The Mediterranean Passion…, op. cit. p. 41.<br />

63 G. Rosadi, Nel Centenario dell’Antologia del Gabinetto di G. P. Vieusseux, Roma, 1921, p. 5.<br />

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