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1 universita' degli studi della tuscia “viterbo” - Unitus DSpace

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Spesso accadeva che gli intrepidi picture hunters europei in occasione<br />

dei loro sopralluoghi nelle chiese o edifici pubblici delle città visitate, non si<br />

accorgessero <strong>della</strong> presenza di capolavori d’arte in essi conservati solo perché<br />

spesso le guide cittadine pubblicate tra il ‘700 e l’800 non ne facevano alcuna<br />

menzione. Se da un lato ciò determinò la fortuna di alcune opere d’arte solo in<br />

tempi recenti, dall’altro favorì la loro conservazione nei luoghi di origine evitando<br />

pertanto la drammatica fuoriuscita di tesori artistici verso i paesi stranieri<br />

registrata nei secoli passati.<br />

È questo il caso di una magistrale opera realizzata da Gentile da Fabriano<br />

nei primi anni del ’400 per la chiesa perugina di San Domenico, che<br />

spostata più volte dal luogo di origine all’interno del complesso conventuale<br />

domenicano, rimase nell’ombra sino a tempi recenti. Da una breve menzione<br />

di Giorgio Vasari che ricorda le molte opere realizzate dal Maestro di Fabriano<br />

nel capoluogo umbro tra cui «specialmente in San Domenico, dove e’ fece<br />

una tavola molto bella» 36 , la Madonna col Bambino e angeli musicanti oggi<br />

conservata nella Galleria Nazionale dell’Umbria non venne in seguito ricordata<br />

da nessuna guida o descrizione storica <strong>della</strong> città di Perugia, a parte citazioni<br />

confuse e fugaci di storici perugini che parlano di una «tavola sul fare di<br />

Giotto» 37 . Non a caso i due illustri rappresentanti <strong>della</strong> National Gallery di<br />

Londra, Eastlake e Mündler, che nel 1858 in occasione del loro soggiorno perugino,<br />

visitarono la Chiesa di San Domenico, edotti sulle guide a stampa <strong>della</strong><br />

città, non fanno alcuna menzione nei loro taccuini di viaggio <strong>della</strong> tavola di<br />

Gentile, che all’epoca del loro passaggio doveva trovarsi ancora nelle sale del<br />

36<br />

G. Vasari, Le vite dè più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani da Cimabue insino a’ tempi nostri, a cura di L.<br />

Bellosi e A. Rossi, Torino 1986, I, p. 397.<br />

37<br />

A questo proposito,cfr. B. Orsini, Guida al forestiere per l’Augusta città di Perugia, Perugia, 1784, p. 68: “Nel piano<br />

inferiore è un altro altare con una antichissima tavola dipinta a tempera, sul fare di Giotto, […]”; cfr. anche S. Siepi, Descrizione<br />

di San Domenico di Perugia tratta dalla descrizione <strong>della</strong> città di Serafino Siepi, manoscritto MS 3294, conservato<br />

nella Biblioteca Augusta di Perugia, 1822: “Nel piano inferiore è il vasto refettorio ove tra molti quadri è notabile<br />

un’antichissima tavola dipinta a tempera sul fare di Giotto”.<br />

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