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Huelva e Cadice, e a quelli che confluivano nella zona di Huelva, la metallurgia acquista importanza negli abitati indigeni – tartessiani, si direbbe oggi – del basso Guadalquivir, del litorale atlantico a ovest di Cadice e dell’entroterra di Huelva, cosi come a El Carambolo e Setefilla, in provincia di Siviglia, a Cordova e Tejada la Vieja a nord-est di Huelva. Attorno all’anno 700, talvolta un po’ prima, piu spesso un po’ dopo, fanno la loro comparsa le prime importazioni fenicie e i primi tratti orientalizzanti in abitati gia ben strutturati. Le vestigia della lavorazione dei metalli restano a tutt’oggi rare negli insediamenti fenici. Scavi recenti hanno tuttavia consentito di portare alla luce a Toscanos, sul Cerro del Penon, scorie di rame e, soprattutto, un frammento di boccolare di cui e stato rinvenuto un esemplare simile a Mogador. La scoperta piu bella e costituita da un forno che non e altro che un laboratorio metallurgico (o una forgia) destinato alla riduzione del ferro. Alcuni chilometri piu a est, gli archeologi tedeschi hanno trovato delle scorie di ferro e dei frammenti di boccolare provenienti da un centro metallurgico o da una forgia databili all’inizio dell’insediamento dei Fenici nel sito, ossia alla seconda meta dell’ viii secolo. Il magro bilancio che e possibile trarne oggi contrasta con quello che s’e potuto osservare nei siti indigeni. Ma l’intento dei Fenici e procurarsi i metalli senza intervenire nella loro estrazione. Si comprende cosi il ruolo di Cadice: dopo alcune spedizioni di prospezione, di ricognizione raccontate da Strabone ( Geografia, 3.5.5)
ad Almunecar (l’antica Sexi), a Huelva (l’antica Onuba), i Fenici scelsero il sito di Cadice vicino Tartesso (molto probabilmente Huelva), allo sbocco delle vie lungo le quali transitava l’argento di Riotinto e di Aznalcollar, per avvicinarsi ai loro rifornitori pur mantenendosi a Michel Gras, Pierre Rouillard e Javier Teixidor L'universo fenicio www.parodos.it 31 una certa distanza: l’interesse reciproco e appunto alla base di questa localizzazione. Queste diverse osservazioni indicano che furono i metalli a spingere i Fenici nei luoghi piu lontani dalle loro citta d’origine. I metalli costituiscono il legame necessario per seguire circuiti e reti del Mediterraneo, sapendo che il loro apporto tecnologico sembra ridotto perche, dappertutto, gli indigeni sembrano mantenere il controllo dell’estrazione mineraria. Prodotti di lusso, ninnoli e animali esotici sono illustrati con notevole accuratezza. Il loro uso s’e diffuso dalla Siria alla Palestina, all’Assiria. Le fonti si dilungano su cio che i Fenici andavano a cercare nei luoghi lontani: coccodrilli e scimmie in Egitto, per esempio. Dal paese di Ofir, dal Mar Rosso, i vascelli di Hirom, re di Tiro nel x secolo a. C., trasportano legno profumato e pietre preziose ( 1 Re, 10-11), mentre queste stesse navi e quelle di Tar ‰i‰ trasportano, oltre i metalli, avorio, scimmie, pavoni ( ibid., 10.22). Il periplo ordinato ai Fenici dal faraone Neco rientra in questa ricerca di prodotti di lusso in paesi lontani. I Fenici vi possono
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Gua<strong>da</strong>lquivir, del litorale atlantico a ovest di Cadice e<br />
dell’entroterra di Huelva, cosi come a El Carambolo e<br />
Setefilla, in provincia di Siviglia, a Cordova e Teja<strong>da</strong> la<br />
Vieja a nord-est di Huelva. Attorno all’anno 700, talvolta<br />
un po’ prima, piu spesso un po’ dopo, fanno la loro<br />
comparsa le prime importazioni fenicie e i primi tratti<br />
orientalizzanti in abitati gia ben strutturati.<br />
Le vestigia della lavorazione dei metalli restano a<br />
tutt’oggi rare negli insediamenti fenici. Scavi recenti<br />
hanno tuttavia consentito di portare alla luce a Toscanos,<br />
sul Cerro del Penon, scorie di rame e, soprattutto,<br />
un frammento di boccolare di cui e stato rinvenuto un<br />
esemplare simile a Mogador. La scoperta piu bella e<br />
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metallurgico (o una forgia) destinato alla riduzione<br />
del ferro. Alcuni chilometri piu a est, gli archeologi<br />
tedeschi hanno trovato delle scorie di ferro e dei frammenti<br />
di boccolare provenienti <strong>da</strong> un centro metallurgico<br />
o <strong>da</strong> una forgia <strong>da</strong>tabili all’inizio dell’insediamento<br />
dei Fenici nel sito, ossia alla secon<strong>da</strong> meta dell’<br />
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Il magro bilancio che e possibile trarne oggi contrasta<br />
con quello che s’e potuto osservare nei siti indigeni.<br />
Ma l’intento dei Fenici e procurarsi i metalli senza intervenire<br />
nella loro estrazione. Si comprende cosi il ruolo<br />
di Cadice: dopo alcune spedizioni di prospezione, di<br />
ricognizione raccontate <strong>da</strong> Strabone (<br />
Geografia, 3.5.5)