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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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nate ai campi <strong>di</strong> sterminio), lasciando documenti che <strong>di</strong>vennero terribili capi<br />

d’accusa, ed è indubbio che l’uso della propaganda più moderna contribuì<br />

non poco ad influenzare la psicologia delle masse. Ma la figura <strong>di</strong> Hitler<br />

come grande istrione, maestro <strong>di</strong>abolico nel suggestionare ed ipnotizzare la<br />

folla, è stata in<strong>di</strong>viduata e, a livello allegorico, prefigurata in personaggi del<br />

cinema tedesco espressionista, come il dottor Caligari <strong>di</strong> Robert Wiene<br />

(1919) o il dottor Mabuse <strong>di</strong> Fritz Lang (1922), il supercriminale che, ipnotizzando<br />

le sue vittime, tiene in pugno una città intera. Il rapporto tra il<br />

dottor Caligari e il sonnambulo Cesare, suo succubo nel film <strong>di</strong> Wiene, è,<br />

secondo alcuni critici, lo stesso che si stabilisce tra Hitler e il popolo<br />

tedesco. Un altro interessante riferimento si può cogliere alla fine del racconto.<br />

L’uscita dalla scena <strong>di</strong> Hitler ricorda il finale <strong>di</strong> un famoso film <strong>di</strong><br />

Billy Wilder, Viale del Tramonto (Sunset Boulevard, 1950). Come Gloria<br />

Swanson, dopo aver ucciso il suo amante William Holden, prima <strong>di</strong> essere<br />

portata via dai poliziotti, chiede al regista De Mille <strong>di</strong> riprenderla in un’ultima<br />

sequenza, così l’attore Hitler, dopo aver ucciso le speranze <strong>di</strong> una rinascita<br />

del Reich nella folla <strong>di</strong> esagitati neonazisti, chiede al regista <strong>di</strong> terminare<br />

la sequenza del raduno, e se ne va. L’analogia più vistosa si ha però<br />

con il famoso film Il <strong>di</strong>ttatore (The great <strong>di</strong>ctator, 1940) <strong>di</strong> Chaplin. Il <strong>di</strong>scorso<br />

del piccolo barbiere ebreo, sosia del feroce <strong>di</strong>ttatore Hynkel-Hitler,<br />

con i suoi accenti <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> umanità è in sostanza identico a quello dell’attore<br />

nel racconto <strong>di</strong> Bradbury. Ma mentre nel racconto, con l’agnizione<br />

finale, l’attore, rivelando che non è Hitler, elimina il personaggio e quin<strong>di</strong> le<br />

possibili conseguenze del gioco illusorio, nel film non vi è, al contrario, alcuno<br />

smascheramento. Il barbiere Charlot, non rivelando <strong>di</strong> essere solo un<br />

sosia del <strong>di</strong>ttatore, persuade il popolo alla pace e riesce a debellare una<br />

guerra già in atto: resta in pie<strong>di</strong> la finzione del personaggio Hynkel-Hitler,<br />

ma caricata <strong>di</strong> una valenza positiva (il tiranno ferocemente guerrafondaio si<br />

rivela grottescamente, tra le ovazioni del popolo, un convinto pacifista). E<br />

ciò non deve sorprendere perché Chaplin, come del resto la maggior parte<br />

dell’opinione pubblica europea e soprattutto americana (si ricor<strong>di</strong> che Chaplin<br />

girò il film in America) sperava, nel 1940, che la pace fosse ancora<br />

possibile. Il racconto è interessante anche perché presenta tematiche estremamente<br />

attuali, come la persuasione occulta operata dai mass-me<strong>di</strong>a e la<br />

loro incidenza nel creare miti anche pericolosi.<br />

Altri autori, noti per l’innesto nella fantascienza <strong>di</strong> una vena satirica e<br />

paro<strong>di</strong>stica, deformano in storie surreali i tratti del personaggio Hitler. È il<br />

caso <strong>di</strong> Fritz Leiber che in L’ingegner Dolf (Catch that Zeppelin!, 1974) 111<br />

–90–

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