MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

ni di Churchill e Roseevelt, inclini alla soluzione spiccia dell’esecuzione immediata
di Hitler e degli altri capi nazisti, 95 con quella insolitamente garantista
di Stalin, che voleva rispettare le forme del processo legale. Ma il Führer,
posto che venisse processato, avrebbe avuto le energie e la lucidità necessaria
per difendersi? Tutti i testimoni degli ultimi giorni di Hitler nel bunker di Berlino
(da ultimo reso sullo schermo in modo eccellente dall’attore Bruno Ganz
nel film La caduta di Oliver Hirschbiegel) 96 sono stati concordi nell’affermare
che il capo nazista era ridotto a un vecchio catatonico, pallido e tremante,
probabilmente malato di Parkinson e sostenuto dai farmaci eccitanti che gli
somministrava il suo medico personale professor Theo Morell. E tale lo
immagina Roger Spiller nel suo saggio Il Führer alla sbarra (Roger Spiller,
Il Führer alla sbarra, in Se Lenin non avesse fatto la rivoluzione, cit., pp. 371-
393), affermando però che il regime carcerario avrebbe probabilmente giovato
alla sua salute.
Eric-Emmanuel Schmitt nel romanzo La parte dell’altro (La part de
l’autre, 2001), 97 immagina quale sarebbe stata la vicenda umana di Hitler
(in questo caso di un Hitler sottratto ai riflettori della Storia) se per ipotesi
fosse stato ammesso all’Accademia di Belle Arti di Vienna l’8 ottobre 1908:
al posto del dittatore sanguinario e megalomane e di un conflitto mondiale
costato cinquantacinque milioni di morti (di cui sei milioni di ebrei) e immani
rovine, vi è un sensibile studente che compie il suo percorso di giovane
artista, si arruola e sperimenta la vita della trincea durante la prima
guerra mondiale, quindi, nauseato dalla guerra, si trasferisce a Parigi, frequenta
i pittori surrealisti a Montparnasse e acquisisce celebrità e ricchezza.
Quindi si sposa ma la moglie gli muore presto di tubercolosi, si risposa con
una giovane ebrea americana, già sua amante, nonostante l’opposizione dei
95 Dai resoconti del Gabinetto di Guerra britannico si desume che Churchill avrebbe preferito
mandare subito Hitler alla sedia elettrica, per evitare un “processo farsa”: vd. Luigi Ippolito,
E Churchill disse: «Gandhi? Muoia di fame», in «Corriere della Sera», 2 gennaio 2005.
96 Il regista Hirschbiegel ha dovuto difendersi dall’accusa di aver troppo “umanizzato” il
dittatore tedesco. Sulle polemiche e discussioni seguite al film citiamo: Wlodek Goldkorn,
Nostro fratello Hitler, in «L’Espresso», 28 ottobre 2004, pp. 130-136 (sul rischio che il dittatore
tedesco diventi un’icona pop); Maurizio Porro, «Troppo buono con Hitler? Accuse ingiuste», in
«Corriere della Sera», 13 aprile 2005 (intervista a Bruno Ganz); Ian Buruma, Hitler: la disfatta
di un uomo banale, in «Corriere della Sera», 14 aprile 2005; Pasquale Chessa, Adolf Hitler: male
assoluto oppure umano, troppo umano?, in «Panorama», 21 aprile 2005, pp. 126-134; Tullio Kezich,
Hitler, «mostro gentile» spaventa ancora il mondo, in «Corriere della Sera», 30 aprile 2005.
97 Eric-Emmanuel Schmitt, La parte dell’altro, trad. di Alberto Bracci Testasecca, Edizioni
e/o, Roma 2005.
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