MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

striaca, non può non alludere nel trasparente anagramma all’ex segretario
generale dell’ONU e presidente dell’Austria Kurt Waldheim (1918-), che a
suo tempo fu accusato di crimini di guerra commessi quand’era in Yugoslavia
come ufficiale delle SS, 85 mentre il Gauleiter della Baviera, Strauss, ci
ricorda nel nome e nella rapida descrizione che ne fa Turtledove, Franz
Josef Strauss (1915-1988), leader della CSU e presidente della Baviera. 86
Cogliamo, poi, un’incongruenza nella pur accurata ricostruzione storica di
Turtledove: il malvagio Odilo Globoènik, che nel romanzo riveste i panni
dell’usurpatore complice dei nazisti “antidemocratici”, fu realmente un feroce
persecutore di ebrei a Lublino nonché organizzatore della famigerata
Risiera di San Sabba, ma nel 2010, anno in cui si svolge il romanzo, avrebbe
avuto la veneranda età di 106 anni (troppi per fare il Führer). 87 In conclusione,
il romanzo, come il vaso di Pandora, si chiude su una prospettiva di
speranza (il messaggio ci sembra essere che anche nella più triste dittatura è
possibile la nascita della democrazia), 88 mentre la tenacia con cui Gimpel,
badando a non tradirsi, difende le tradizioni del suo popolo, trasmettendole
alle sue giovanissime figlie (che subiranno la turpe violenza psicologica
della polizia), è premiata dall’esito dei drammatici avvenimenti berlinesi. 89
85 L’attività di Waldheim nei Balcani è esaminata da Simon Wiesenthal, Giustizia non
vendetta, trad. di Carlo Mainoldi, Mondadori, Milano 2004, rist., pp. 388-403 (con forti sospetti
sui silenzi di Waldheim riguardo alla deportazione degli ebrei di Salonicco).
86 V’è da dire che questa analogia riesce piuttosto strana, perché al leader bavarese non
sono mai stati mossi addebiti sul suo comportamento durante l’ultimo conflitto, ma forse Turtledove
ha voluto maliziosamente far scontare a Strauss la troppo tiepida opposizione del suo
gruppo parlamentare all’amnistia per i crimini nazisti nella votazione al Bundestag del 3 luglio
1978, su cui Wiesenthal, cit., pp. 207-209.
87 Su Odilo Lotario Globoènik, nato a Trieste nel 1904 e morto suicida nel carcere di Villach
nel 1945, tenente generale delle SS e Gauleiter di Vienna, scrupoloso pianificatore della
«Aktion Reinhard» (il programma di annientamento degli ebrei polacchi) e organizzatore del
campo di sterminio della Risiera di San Sabba, vd. Ferruccio Fölkel, La Risiera di San Sabba,
BUR, Milano 2000, pp. 84-102 (l’autore, fra l’altro, esprime dubbi sulla morte di Globoènik).
88 Trasparente è la visione deterministica, improntata ad un idealistico ottimismo, di questo autore
(in apparente contraddizione con la illimitata libertà creativa di orizzonti possibili, tipica degli
scrittori di ucronie), dato che anche in un contesto storico immaginato come alternativo le vicende
si evolvono e si concludono con l'affermazione dell'ideale della democrazia sul totalitarismo
(a meno che il romanzo non vada interpretato come una durissima satira sull'Unione Sovietica).
89 Che camuffarsi da nazista sia davvero stato per qualche ebreo un terribile espediente per
sopravvivere, è mostrato dalle memorie di Sally Perel, il quale riuscì a convincere i nazisti della
sua arianità così bene, che nella Hitlerjugend veniva indicato quale perfetto esemplare di
“ariano baltico” dagli ignari professori di dottrina razziale (vd. Sally Perel, Europa Europa,
trad. di Francesco Bruno, Guanda, Parma 1992, pp. 98-99).
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