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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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cerca <strong>di</strong> un misterioso personaggio, lo scrittore Hawthorne Abendsen.<br />

Questi, perseguitato dalla polizia nazista e costretto a vivere in un remoto rifugio,<br />

è l’autore <strong>di</strong> un libro proibito, The Grasshopper lies heavy (La cavalletta<br />

non si alzerà più), che altro non è, come Dick rivela nel finale, se non la<br />

storia del mondo narrata come se avessero vinto le truppe angloamericane e<br />

sovietiche, ossia quella che realmente viviamo oggi (anche se Dick vi apporta<br />

qualche variazione). Il gioco tra realtà e finzione si fa alla fine scoperto<br />

perché Dick sembra <strong>di</strong>rci (confondendo, secondo il suo stile, il piano della<br />

realtà e quello della illusione) con le ultime parole dello stesso Abendsen,<br />

che la storia quale questi l’ha immaginata è quella reale, mentre quella narrata<br />

è immaginaria: i nazisti hanno dunque perso la guerra e la storia fortunatamente<br />

non si è mo<strong>di</strong>ficata. Il libro <strong>di</strong> Abendsen, infatti, non è altro che un<br />

lunghissimo oracolo scritto con il complicato sistema esagrammatico dell’I<br />

Ching, il metodo <strong>di</strong>vinatorio dell’astrologia cinese, e rappresenta la Verità<br />

Interiore. Il romanzo <strong>di</strong> Dick, che testimonia una tematica cara all’autore,<br />

ossia la <strong>di</strong>sintegrazione delle categorie conoscitive del reale, 80 si sviluppa<br />

quin<strong>di</strong> come una tipica “fabula aperta” e sembra chiamare il lettore a scegliere<br />

fra due conclusioni egualmente possibili ma antitetiche (ciò che è descritto<br />

nel romanzo è immaginario o no? I nazisti hanno o no conquistato<br />

l’America? Qual è la realtà, quella narrata da Dick o quella <strong>di</strong> Abendsen?).<br />

Un’ultima curiosità: sembra che i tedeschi pre<strong>di</strong>ligano collezionare vecchi<br />

oggetti d’antiquariato americano stile liberty.<br />

Len Deighton, noto autore <strong>di</strong> storie <strong>di</strong> spionaggio, in La grande spia<br />

(SS-GB, 1978) 81 colloca l’azione a Londra nel 1941, dopo la capitolazione<br />

dell’Inghilterra <strong>di</strong> fronte alle armate naziste, alleate dei sovietici. Il re<br />

Giorgio VI è stato imprigionato, per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Himmler, nella Torre <strong>di</strong><br />

Londra e Churchill fucilato da un plotone della Luftwaffe a Berlino. Scotland<br />

Yard è ora guidata da un generale delle SS e il suo più famoso investi-<br />

80 Donde l’ambiguità gnoseologica delle esperienze narrate da Dick: “Il senso della vita si<br />

traduce nello sforzo vano, ma necessario <strong>di</strong> interpretare una catena <strong>di</strong> eventi che sono già stati<br />

manipolati, rimontati, non solo dalle forze imperscrutabili del potere costituito (Time Out of<br />

Joint), ma dalle allucinazioni in<strong>di</strong>viduali, che trasformano ogni paesaggio in uno scenario paranoico<br />

(Eye in the Sky), rendendolo simile a un sogno, a una favola, a un mito, alla fantasia <strong>di</strong> un<br />

universo alternativo, a una storia mai avvenuta, e che tuttavia può esistere nella testa <strong>di</strong> qualcuno,<br />

a una leggenda, a un film, a un romanzo <strong>di</strong> fantascienza che non rispetta né le regole del<br />

genere, né quelle delle coor<strong>di</strong>nate storiche in cui i lettori sono felicemente (o infelicemente) inseriti”<br />

(Carlo Pagetti, La svastica americana, intr. a Philip K. Dick, La svastica sul sole, trad. <strong>di</strong><br />

Maurizio Nati, Fanucci, Roma 2005, p. 9).<br />

81 Len Deighton, La grande spia, trad. <strong>di</strong> Maria Giulia Castagnone, Rizzoli, Milano 1991².<br />

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