MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...
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p. 110). 59 A parte l’implicita e <strong>di</strong>scutibile svalutazione delle ricerche americane<br />
(guidate da scienziati come Oppenheimer, Teller e Fermi, i quali certamente<br />
non avevano bisogno <strong>di</strong> rubare i segreti dei tedeschi nel campo dell’energia<br />
nucleare), il Mussolini non porta però prove a riscontro delle sue<br />
affermazioni, ma si basa su quanto sentito <strong>di</strong>re dal padre e su una significativa<br />
(a suo <strong>di</strong>re) successione <strong>di</strong> date contigue: la morte <strong>di</strong> Hitler, il 30 aprile<br />
1945, avrebbe <strong>di</strong> poco preceduto lo sgancio dell’atomica su Hiroshima, il<br />
successivo 6 agosto. Assai recentemente, però (il che mostra che in questo<br />
campo non può mai <strong>di</strong>rsi l’ultima parola), il ritrovamento <strong>di</strong> un curioso<br />
schizzo uscito fuori dagli archivi segreti tedeschi sembrerebbe accre<strong>di</strong>tare<br />
l’ipotesi che gli scienziati nazisti fossero già in grado <strong>di</strong> costruire un or<strong>di</strong>gno<br />
atomico “sporco”, ossia una bomba convenzionale la cui esplosione<br />
avrebbe potuto spargere per notevole ampiezza materiale ra<strong>di</strong>oattivo (vd.<br />
Paolo Valentino, Hitler e l’atomica, un <strong>di</strong>segno riapre il giallo, in «Corriere<br />
della Sera», 4 giugno 2005).<br />
Secondo un’altra fantasiosa ipotesi i tedeschi avrebbero iniziato a costruire,<br />
già durante il conflitto se non prima, prototipi <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi volanti. È<br />
quanto si afferma nel saggio <strong>di</strong> Gary Hyland, I segreti perduti della tecnologia<br />
nazista (trad. <strong>di</strong> Milvia Faccia, Newton & Compton, Roma <strong>2004</strong>³). 60<br />
Secondo questo autore, che collega i primi progettisti <strong>di</strong> velivoli a propul-<br />
59 Il Mussolini nel suo libro afferma <strong>di</strong> aver sentito suo padre (che avrebbe visto personalmente<br />
i laboratori nei quali venivano messe a punto le armi segrete) e il fratello Vittorio, <strong>di</strong><br />
ritorno dal convegno <strong>di</strong> Klessheim nell’aprile del 1944, parlare <strong>di</strong> un “supercannone” a lunghissima<br />
gittata, capace <strong>di</strong> “polverizzare la capitale inglese insieme alle V-2” e <strong>di</strong> un “gas dall’effetto<br />
devastante”, che Hitler sperava <strong>di</strong> non dover adoperare contro i nemici (Romano Mussolini, cit.,<br />
p. 109). In verità la storia della balistica ha visto più volte la costruzione <strong>di</strong> supercannoni, ispirati<br />
forse agli ingegneri dalle intuizioni degli scrittori <strong>di</strong> fantascienza (si pensi al cannone da trecento<br />
tonnellate, caricato con proiettili <strong>di</strong> gas refrigerante, che Herr Schultze, il tecnocrate malvagio del<br />
romanzo I 500 milioni della Begum <strong>di</strong> Jules Verne, punta su France-Ville). La prima guerra mon<strong>di</strong>ale<br />
vide all’opera la Grosse Berthe, l’enorme cannone delle officine Krupp che nel 1917 bombardò<br />
Parigi da una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 125 chilometri. Più recentemente si ricorda il supercannone commissionato<br />
negli anni Ottanta da Saddam Hussein all’ingegnere canadese Gerald Bull (misteriosamente<br />
ucciso nel 1990), un’arma colossale (la sola canna era lunga 156 metri e pesava 1665<br />
tonnellate) in grado <strong>di</strong> lanciare in orbita proiettili con testate chimiche, batteriologiche e nucleari.<br />
Le sorti del cannone (parti del quale erano state costruite nelle acciaierie <strong>di</strong> Terni e furono provvidenzialmente<br />
sequestrate dalla magistratura italiana) si intrecciarono con lo scandalo della<br />
Banca Nazionale del Lavoro, filiale <strong>di</strong> Atlanta (USA), che aveva concesso finanziamenti occulti<br />
al <strong>di</strong>ttatore iracheno per realizzare la colossale arma (sulla vicenda vd. Fabrizio Tonello, Progetto<br />
Babilonia, Garzanti, Milano 1993).<br />
60 Aveva già fatto cenno ai <strong>di</strong>schi volanti nazisti il padre della “fantarcheologia” in Italia,<br />
ossia Peter Kolosimo, (Ombre sulle stelle, Sugar e<strong>di</strong>tore, Milano 1970¹º, pp. 337-341).<br />
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