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MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

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il primato nella corsa all’arma atomica agli Stati Uniti, grazie alla realizzazione<br />

del Progetto Manhattan, a cui concorsero peraltro anche scienziati<br />

italiani), 56 stando ad alcune recenti e azzardate versioni sulla bomba atomica<br />

tedesca (vd. Luigi Cozzi, L’atomica <strong>di</strong> Hitler, in «La grande storia mysteriosa»,<br />

n. 1, 2005, pp. 45-66). Gli scienziati nazisti avrebbero realizzato un<br />

ru<strong>di</strong>mentale ma devastante or<strong>di</strong>gno atomico, che sarebbe stato fatto deflagrare<br />

sull’isola baltica <strong>di</strong> Rügen il 12 ottobre 1944, secondo la testimonianza<br />

del giornalista Luigi Romersa, inviato dal Duce per assistere all’esperimento<br />

della “grande bomba <strong>di</strong>sintegratrice”. Amico personale <strong>di</strong> Wernher von<br />

Braun, corrispondente <strong>di</strong> guerra ed esperto <strong>di</strong> aeronautica, Romersa, come<br />

ricorda nel suo libro (Luigi Romersa, Le armi segrete <strong>di</strong> Hitler, Mursia, Milano<br />

2005; ma vd. in proposito le scettiche considerazioni <strong>di</strong> Antonio Carioti,<br />

L’atomica <strong>di</strong> Hitler. Ossessione infinita, in «Corriere della Sera», 3 ottobre<br />

2005), fu accompagnato da due ufficiali tedeschi all’isola <strong>di</strong> Rügen la notte<br />

tra l’11 e il 12 ottobre 1944, e qui il giorno dopo, nel folto <strong>di</strong> un bosco e al<br />

riparo <strong>di</strong> un bunker corazzato, assistette all’esplosione sperimentale della<br />

superbomba, avendo modo <strong>di</strong> constatarne i terribili effetti: per chilometri<br />

56 Le tappe che portarono alla costruzione della bomba atomica, usata dagli americani a<br />

Hiroshima il 6 agosto 1945 e a Nagasaki il successivo 9, furono: il primo esperimento <strong>di</strong> bombardamento<br />

dell’uranio, realizzato nel 1934 a Roma da Enrico Fermi e dalla sua équipe (tra i<br />

“ragazzi <strong>di</strong> via Panisperna” v’era anche Ettore Majorana, la cui misteriosa scomparsa nel 1938,<br />

è stata spiegata da Leonardo Sciascia – in La scomparsa <strong>di</strong> Majorana, Einau<strong>di</strong>, Torino 1975,<br />

pp. 70-71 – con la suggestiva ipotesi che lo scienziato siciliano, genio della fisica secondo<br />

Fermi, prima degli altri avesse compreso i pericoli della guerra nucleare restandone mortalmente<br />

angosciato; avvalora l’ipotesi <strong>di</strong> Sciascia Tullio Chersi, Forse non volle realizzare la<br />

bomba atomica, in «Storia Illustrata», n. 237, agosto 1977, pp. 88-93), la scoperta della fissione<br />

nucleare realizzata dagli scienziati tedeschi Otto Hahn e Fritz Strassman nel 1938, la prima pila<br />

atomica costruita da Fermi in Usa nel 1942, l’avvio successivo del Progetto Manhattan (Manhattan<br />

Engineer District) guidato da Robert Oppenheimer, il primo esperimento <strong>di</strong> esplosione<br />

nucleare avvenuto il 16 luglio 1945 nel deserto <strong>di</strong> Alamogordo (New Mexico). Sulla prima<br />

bomba atomica: Giorgio Bonacina, La prima bomba atomica, in «Storia Illustrata», n. 4, aprile<br />

1965, pp. 548-561; Louis Allen, Le incursioni nucleari, in Storia della Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale,<br />

<strong>di</strong>retta da sir Basil Liddel Hart e Barrie Pitt, vol. VI, cit., pp. 488-500; a cura <strong>di</strong> Giorgio<br />

Bonacina, L’atomica <strong>di</strong> Hiroshima, cit.; Egi<strong>di</strong>o Sterpa, Hiroshima, in I gran<strong>di</strong> fatti rivissuti<br />

sui giornali dell’epoca, vol. VI, E<strong>di</strong>toriale Nuova, Milano 1979, pp. 81-88; Giuseppe Mayda,<br />

Il Progetto Manhattan, in Enzo Biagi, La Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale, vol. VIII Hiroshima e<br />

la resa dei conti, cit., pp. 2665-2688; Id., Hiroshima e Nagasaki, ibid., pp. 2689-2712; Silvio<br />

Bertol<strong>di</strong>, Vincitori e vinti, Bompiani, Milano 1985, pp. 113-134; Piergiorgio O<strong>di</strong>fred<strong>di</strong>, Quei<br />

testimoni dell’atomica, in «La Repubblica», 30 settembre <strong>2004</strong>. L’inizio dell’era nucleare<br />

ha avuto almeno il merito <strong>di</strong> richiamare i governanti a un maggior senso <strong>di</strong> responsabilità: vd. le<br />

riflessioni <strong>di</strong> Luca e Francesco Cavalli Sforza, Se la scienza è madre del terrore, in Diario <strong>di</strong><br />

Repubblica, cit., pp. 258-259).<br />

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