MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

l’umanità. Da allora cominciarono a circolare le più fantasiose versioni
sulla presunta fuga di Bormann: che sarebbe stato portato in salvo dai
sovietici, ai quali avrebbe reso in passato preziosi servizi di spionaggio,
per vivere tranquillamente in URSS fino al 1970; che si sarebbe rifugiato
nel bunker di Adolf Eichmann, non lontano dalla Cancelleria, venendo poi
di là prelevato da due sacerdoti e scortato fino a Merano 40 travestito in
abito talare. Vi prestò fede anche il più famoso cacciatore di nazisti, Simon
Wiesenthal, che ricevette centinaia di segnalazioni su Bormann vivo nel
suo Centro di Documentazione a Vienna.
Si accavallarono per decenni sulle peregrinazioni e i presunti “avvistamenti”
di Bormann versioni fantastiche, testimonianze dubbie spacciate per
attendibilissime da giornalisti disposti a tutto per agguantare uno scoop, e
vere e proprie leggende di mitomani. Una delle ricostruzioni più dettagliate
(ed è curioso che chi riporta questa e consimili versioni sia a conoscenza dei
particolari più minuti, quasi avesse egli stesso partecipato di persona alle peripezie
del fuggiasco) racconta che Bormann, messosi in salvo fortunosamente
da una Berlino in fiamme con l’aiuto di un volontario spagnolo della
legione Azul, si sarebbe imbarcato a bordo di un U-Boot, salpato dalla baia
di Flensburg per dirigersi in Irlanda. Da Dublino il fuggiasco si sarebbe trasferito
via mare a Santander in Spagna, ove sarebbe rimasto quasi un anno.
Quindi nell’aprile del 1946 si sarebbe recato in Italia, a Genova (vi sarebbe
giunto il 4 aprile), e poi in treno a Milano (il 16 aprile): da qui qualche
giorno dopo sarebbe partito per Roma, ove, protetto da monsignor Hudal, si
sarebbe rifugiato in un convento francescano a 35 chilometri dalla capitale,
trovandovi un incarico da bibliotecario e, dopo una permanenza claustrale di
alcuni anni (interrotta soltanto nel 1948 per far visita alla tomba della moglie
Gerda Buch, morta di cancro in un ospedale di Merano nel 1946), si sarebbe
imbarcato a Napoli per giungere finalmente a Buenos Aires nel luglio del
1951. Quindi si sarebbe spostato variamente in Argentina, Paraguay e Cile. 41
40 Anche Merano sarebbe stata un crocevia di nazisti in fuga nel dopoguerra: vi sarebbero
transitati Mengele, Eichmann, Bormann, Wolff (il capo delle SS in Italia), Priebke e altri, ottenendo
denari, documenti falsi e coperture per il successivo espatrio in Sudamerica. Vd. Pierangelo
Giovannetti, I ragazzi di Merano, in «Famiglia Cristiana», n. 42, 2003, pp. 66-69.
41 Le peripezie del fuggiasco Bormann, che disinvoltamente passa dalla divisa nazista alla
tonaca pretesca e al saio francescano, sono narrate (per la verità con buona dose di fantasia) da
Fabrice Laroche, I «grandi evasi» del Reich, in Storia segreta della Gestapo, cit., pp. 186-193;
insiste nel presentare la vicenda Bormann in chiave di intrigo internazionale Philippe Bernert,
Martin Bormann, il redivivo, in Grandi enigmi della storia dal torrione della Bastiglia al
bunker di Hitler, a cura di Gilbert Guilleminault, Peruzzo editore, Milano 1966, pp. 164-189;
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