MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

Domingo Perón, il quale ebbe peraltro a dichiarare la sua ammirazione per
le realizzazioni sociali del fascismo italiano, diede poi ai nazisti la possibilità
di trovare un comodo rifugio in Argentina.
Il caso Bormann è emblematico degli errori a cui possono condurre la
suggestionabilità di testimoni “veritieri” e l’approssimazione di ricercatori
dell’enigma nel campo degli studi storici o, piuttosto, di giornalisti alla
caccia dello scoop sensazionale. Per decenni occuparono le cronache dei
giornali presunte “rivelazioni” sulla presenza di Martin Bormann (già segretario
di Rudolf Hess, 38 arricchitosi amministrando la cassa del partito, il
Reichsleiter con i suoi intrighi 39 divenne la personalità più importante del
regime nazista dopo Hitler, di cui fu segretario, e fu condannato a morte in
contumacia dai giudici di Norimberga per crimini di guerra e crimini contro
l’umanità) in varie località dell’Europa e del Sudamerica.
Le tracce di Martin Bormann in realtà si perdono la notte del primo
maggio 1945, quando a Berlino il gerarca, sopravvissuto ai suicidi nel bunker,
si unisce a un gruppo di fuggiaschi che speravano di superare dietro un carro
armato l’accerchiamento delle truppe sovietiche. Sono con lui il medico delle
SS Ludwig Stumpfegger e Arthur Axmann, successore di Baldur von Schirach
in capo alla Hitlerjugend, l’organizzazione giovanile nazista. I tre, con
pochi altri compagni, si riparano dietro un carro armato, che però viene centrato
dall’artiglieria nemica ed esplode. A seguito dell’esplosione il gruppo si
disperde e da allora di Martin Bormann non si sa più nulla.
Arthur Axmann, catturato dai Russi, testimoniò sotto giuramento di
aver veduto i corpi di Bormann e Stumpfegger apparentemente senza segni
di vita e senza traccia di ferite, presso la stazione ferroviaria di Lehrt.
I giudici di Norimberga non vollero però credere alla versione della sua
morte e lo processarono in contumacia assieme agli altri gerarchi del Terzo
Reich, condannandolo a morte per crimini contro la pace e crimini contro
38 Rudolf Hess, già delfino del Führer, fuggito misteriosamente in Inghilterra per trattare la
pace nel luglio 1941, dichiarato ufficialmente pazzo dagli organi del regime nazista, scampa alla
forca a Norimberga e, rinchiuso per oltre quarant’anni nel carcere di Spandau, vi muore misteriosamente
nel 1990. Hess, membro di circoli esoterici, come la Thule Gesellschaft, era discepolo
del professor Karl Haushofer, docente di geopolitica, e vantava buoni amici in Inghilterra,
come il duca di Hamilton. Sui rapporti tra Hess e i circoli esoterici vd. Giorgio Galli, Hitler e il
nazismo magico, Rizzoli, Milano 1989, pp. 59-61.
39 Per chiarire la doppiezza del personaggio, va ricordato che egli, dopo aver determinato
con pretestuose accuse di tradimento la caduta in disgrazia di gerarchi del calibro di Goering e
di Himmler, aveva tentato a sua volta di intavolare trattative col generale sovietico Èujkov
durante l’assedio di Berlino.
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