MISCELLANEA 2004 2005.pdf - Liceo Ginnasio Statale Orazio di ...

tema, se ne aggiungano altri, ossia nuove versioni e teorie, elaborate sempre
coerentemente con il carattere dell’inaspettato e dello strano. Le menti di
mitomani e visionari generano, col decorso del tempo, ingombranti superfetazioni
di ipotesi bizzarre, mitologie intessute di inquietanti misteri, che
servono soltanto a far nebbia laddove pretenderebbero di illuminare. 7
Le vicende del nazismo sono il campo nel quale più di frequente sono
germogliati, come il famoso lapazio manzoniano nel campo mal coltivato,
miti e falsificazioni, giacché la fantasia e l’immaginazione di certi giornalisti
pseudostorici qui più che altrove spera di attirare la curiosità del lettore
presentando i fatti in chiave sensazionalistica. Ne viene alimentato oltremodo
un interesse incessante, talvolta al limite della morbosa curiosità, per
vicende e personaggi dell’epoca hitleriana. 8
In questo lavoro non intendiamo di certo mettere in discussione il giudizio
storico e morale sul Terzo Reich, che gli studiosi hanno definitivamente
stabilito, nonostante le recenti tendenze al “revisionismo”. 9 Invece,
7 Non a caso il titolo di un commento di Pierluigi Battista alle illazioni sugli attentati di
Londra del luglio 2005 è La mitologia complottista (in «Corriere della Sera», 12 luglio 2005,
con plauso a Tony Blair per non aver ceduto alle suggestioni “dietrologiche” degli attentati londinesi).
Nota lo studioso Daniel Pipes la pericolosità delle teorie del complotto per i disastri che
possono causare, se ad adottarle è uno stato (intervista di Ennio Caretto, «Le teorie del complotto?
Ispirarono Hitler e Stalin», in «Corriere della Sera», 14luglio 2005.
8 Ricordiamo, ad esempio, il furto, nella sede dell’archivio federale di Mosca, del distintivo
d’oro del partito nazista appartenuto a Hitler (ritrovato sul corpo di Magda Goebbels): vd.
Armando Torno, Caccia ai cimeli nazisti: rubato a Mosca il distintivo di Hitler, in «Corriere
della Sera», 5 luglio 2005. Immagini inedite dello studio di Hitler sono state recentemente rinvenute
a Mosca, come informa Armando Torno, Spade sguainate, diavoli, scheletri. Ecco la foto
dello studio di Hitler, in «Corriere della Sera», 8 agosto 2005.
9 Come ha posto in chiaro lo storico Renzo De Felice, indicato peraltro come il capofila dei
“revisionisti”, reinterpretare i fatti storici significa arricchire l’analisi di ulteriori motivazioni atte
a spiegare il comportamento e le scelte di un determinato personaggio, non già sostituire il
giudizio morale ormai consolidato dalla tradizione (ciò vale in specie per le dittature totalitarie
che hanno insanguinato il secolo scorso, e soprattutto allorché si giunge, sull’onda di un revisionismo
estremo, a negare addirittura la realtà dell’Olocausto e delle camere a gas, come ha cercato
affannosamente di dimostrare il “maestro dei negazionisti”, Robert Faurisson: vd. l’intervista a
Faurisson di Antonio Pitamitz, “Le camere a gas non sono mai esistite!”, in «Storia Illustrata»,
n. 261, agosto 1979, pp. 15-35, e la risposta a Faurisson di Enzo Collotti, “Le camere a gas sono
esistite!”, in «Storia Illustrata», n. 262, settembre 1979, pp. 19-29). Sul Faurisson come moderno
pseudostorico o “mitologo” lancia i suoi strali ironici Paul Veyne, I greci hanno creduto ai loro
miti?, trad. di Caterina Nasalli Rocca di Corneliano, Il Mulino, Bologna 2005, pp. 178-179. A un
altro noto storico revisionista, David Irving, le affermazioni sulla falsità delle camere a gas sono
costate l’arresto in Austria l’11 novembre scorso (Alessio Alticheri, Arrestato lo storico che nega
la Shoah, in «Corriere della Sera», 18 novembre 2005; l’arresto di Irving è stato però stigmatizzato
da più parti, in nome della libertà d’espressione e contro il rischio di attribuire agli antisemiti
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